"Siamo chiusi dal 9 marzo scorso,
a parte la riapertura estiva che è stata inaspettatamente un
successo e che ha permesso ai nostri conti di non essere in
profondo rosso. Speriamo di avere una data nuova sicura dopo il
rinvio del 7 gennaio scorso e del prossimo 18. Altrimenti
rischiamo di rendere vano il buon lavoro estivo. Comunque, siamo
pronti da novembre, la neve è tantissima, si potrebbe sciare
fino a maggio, senza virus sarebbe stata una stagione
bellissima".
A fare il punto della situazione sulla stazione invernale di
Campo Imperatore, nel versante aquilano del Gran Sasso d'Italia,
è l'ingegnere Dante Pignatelli, amministratore unico del centro
turistico del Gran Sasso, l'azienda controllata dal Comune
dell'Aquila che gestisce gli impianti di risalita.
"Per noi ci sarebbe la svolta se riuscissimo ad aprire nei
mesi di febbraio e marzo", chiarisce l'amministratore unico
della municipalizzata.
La novità che emerge è che la pandemia che ha di fatto annullato
la stagione scorsa, ha favorito il boom di presenze in estate
che per ora salva il sodalizio. "Per noi è stata una sorpresa
anche se avevamo ampliato i parcheggi e incentivato i servizi -
spiega ancora Pignatelli -, ora nonostante i contagi non siano
sotto controllo, abbiamo bisogno di chiarezza: se nei giorni
feriali ci sarà zona gialla e il fine settimana arancione con
divieto di spostarsi dal proprio comune, il flusso sarà basso:
noi lavoriamo con i giornalieri non come le settimane bianche
sulle quali nelle stazioni del nord potrebbero puntare con il
sabato dedicato ai ricambi".
A Campo Imperatore ci sono 12 piste e 2 impianti di risalita,
Fontari e Scindarella, che servono con le varie dislocazioni le
piste: nella stazione invernale aquilana, dove non c'è
innevamento artificiale, lavorano 9 dei 17 dipendenti che nella
parte eccedente sono in cassa integrazione, gli stagionali, il
numero maggiore dei lavoratori, sono al palo. "Finora abbiamo
aperto solo per gli sci club e per gli allenamenti degli
agonisti, abbiamo atleti provenienti oltre che dall'Abruzzo,
anche dalle Marche, quando le regole anti-covid lo permettono -
spiega ancora Pignatelli -. Se ripartiremo, assumeremo gli
stagionali. Speriamo nella ripartenza, finora abbiamo avuto un
ristoro dalla Regione che ci è stato assegnato ma che non
abbiamo incassato, il bilancio regge per ora grazie alla
bellissima estate".
Il Centro turistico del Gran Sasso ha i conti in equilibrio
anche per la pianificazione del debito di circa 3 milioni di
euro raggiunto con l'azionista di maggioranza del Comune
dell'Aquila.
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