A Guardiagrele, comune del
Chietino di novemila abitanti, su 176 casi di coronavirus
accertati dal primo dicembre 2020 a oggi, 36 sono riconducibili
alla cosiddetta 'variante inglese' del virus. I contagi relativi
alla variante sono 65 nell'intera provincia di Chieti, stando a
dati del Dipartimento di prevenzione della Asl Lanciano Vasto
Chieti aggiornati al pomeriggio.
In Abruzzo è stata accertata la circolazione di due varianti:
quella inglese e un'altra già nota in Europa. Un centinaio nel
complesso i casi. Il laboratorio di Genetica molecolare
dell'Università di Chieti, dopo aver individuato una cinquantina
di contagi da sospetta variante, ha inviato una decina di
campioni rappresentativi del totale all'Istituto Superiore di
Sanità. Da Roma è poi arrivata la conferma su quanto appurato
dalla struttura abruzzese.
L'Istituto Zooprofilattico sperimentale d'Abruzzo e Molise
(Izsam) - che, con sede a Teramo, lavora per le Asl di Teramo,
dell'Aquila e di Chieti - ha invece accertato diverse decine di
casi alla cui origine c'è la variante inglese, tra cui quelli di
Guardiagrele. La struttura ha poi comunicato gli esiti degli
accertamenti alle autorità competenti.
Ricevuta la comunicazione dallo Zooprofilattico, la Asl di
Chieti si è subito attivata intensificando l'attività
diagnostica a Guardiagrele, dove nei prossimi giorni partirà
anche lo screening di massa sulla popolazione. In paese, il
primo contagio riconducibile alla variante inglese risale al 18
dicembre, mentre a livello provinciale il primo caso alla cui
origine c'è la stessa variante è emerso, come ricostruito, il 10
dicembre.
Sulla materia, la Regione Abruzzo, nei giorni scorsi, ha
subito attivato i protocolli previsti a livello governativo, con
il recepimento dell'ordinanza di Speranza dello scorso 8
gennaio. Due, in tal senso, i laboratori individuati per
sequenziare il virus: quello di Genetica molecolare
dell'Università di Chieti e quello dell'Istituto Zooprofilattico
d'Abruzzo e Molise.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA