La mega-discarica Montedison dei
veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare. È
quanto emerge dalla relazione dell'Agenzia regionale per la
tutela dell'ambiente (Arta) redatta sulla scorta dei dati sulla
contaminazione nelle acque sotterranee e nei gas interstiziali.
Le attività di controllo condotte a partire dal 2015 dal
Distretto provinciale di Chieti dell'Agenzia, hanno accertato
l'inefficacia delle misure di prevenzione in essere nelle aree
situate a monte dello stabilimento.
In particolare, non hanno funzionato gli interventi di capping,
ovvero di copertura e impermeabilizzazione della discarica, ed
il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire
il procedimento che permette di prelevare l'acqua di falda,
depurarla con carboni attivi e rimetterla in circolo pulita.
Secondo le analisi dell'Agenzia, tali misure non hanno garantito
un efficace isolamento del corpo dei rifiuti provocando
ulteriore contaminazione delle acque "sia per lisciviazione,
ovvero migrazione in falda di eventuali fluidi presenti nei
rifiuti, sia per l'immissione in atmosfera di contaminanti
volatili", si legge in una relazione Arta.
Dall'esito degli accertamenti condotti dall'Agenzia, sono state
rilevate numerose eccedenze di contaminazione (Csc)
particolarmente allarmanti per i composti dei solventi
clorurati. Tra le criticità, si segnala l'Esacloroetano, in
valori massimi a valle delle discariche 2A e 2B. Infine, nelle
aree di scavo per la realizzazione del metanodotto a servizio
della Centrale Turbogas di Edison, le analisi hanno evidenziato
una diffusa presenza di diossine e mercurio con concentrazioni
eccedenti i limiti di legge.
"L'ultima verifica effettuata sul sito di Bussi - ha dichiarato
il direttore generale dell'Arta, Maurizio Dionisio, impone la
massima celerità nell'espletamento di attività di bonifica
risolutive e altamente efficaci. Auspico, pertanto, la
realizzazione di attività di messa in sicurezza e la
predisposizione di misure di prevenzione nel minor tempo
possibile".
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