"Avevamo messo in guardia già
la scorsa settimana con i numeri, dove le scuole hanno riaperto
i battenti prima, vedi Alto Adige, Abruzzo e Toscana, lì la
situazione sanitaria è in netto peggioramento". Il sindacato
datoriale Unsic, che da settembre monitora la condizione
scolastica richiedendo la didattica a distanza nelle scuole per
attenuare la curva dei contagi (la petizione -
http://chng.it/LyMn99GF - ha raggiunto le 196mila adesioni),
richiede ai governatori un'estensione della Dad per prevenire
maggiori criticità.
"Il caso dell'Abruzzo è significativo informa l'Unsic. "Dalla
settimana 11-17 gennaio, quella dell'apertura delle scuole, alla
scorsa 1-7 febbraio, si è passati da 1.572 a 2.562 contagi. La
settimana precedente la riapertura delle scuole i nuovi positivi
erano 135 ogni 100 mila abitanti, tra il 25 e il 31 gennaio sono
saliti a 163. L'Abruzzo è inoltre una delle poche regioni che
vede incrementare dall'11 gennaio sia le terapie intensive sia i
ricoverati. Perché il governatore Marsilio, ora costretto al
dietrofront, ha deciso di riaprire le scuole prima degli altri?
- si domanda il sindacato. In Abruzzo, il Gruppo tecnico
scientifico regionale (Gtsr) ha certificato nero su bianco
"l'alto impatto che l'aumentata mobilità dovuta alla riapertura
delle scuole" ha sul "riacutizzarsi della circolazione del
virus".
L'Unsic aveva suonato il campanello d'allarme anche per il
Molise, dove l'Asrem, l'azienda sanitaria regionale, ha
individuato cluster in ben cinque istituti solo a Termoli e
altri contagi scolastici a Campomarino, Frosolone, Larino,
Mirabello, Palata, Sant'Elia a Pianisi. Qui la situazione è
drammatica soprattutto sul fronte sanitario, con l'ospedale di
Campobasso, l'unico Covid della regione, ormai saturo. Il
governatore Toma è stato costretto a dichiarare zona rossa in
ben 27 comuni.
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