Il Consiglio comunale boccia "tre
proposte antifasciste, tutte nel segno di un impegno concreto
nella riaffermazione dei valori dell'antifascismo, pilastro
fondante del dettato costituzionale" fra le quali la revoca
della cittadinanza onoraria a Mussolini e a Guardiagrele, Comune
guidato da un'amministrazione di centro destra, insorge il
gruppo di opposizione di centro sinistra ''Guardiagrele il bene
in comune''.
"Avevamo proposto - si legge in una nota del gruppo - la revoca
della Cittadinanza onoraria di Guardiagrele attribuita nel 1924
a Benito Mussolini, la promozione della sottoscrizione alla
legge di iniziativa popolare contro la propaganda e diffusione
di messaggi inneggianti al fascismo e l'adesione all'Anagrafe
Nazionale Antifascista, nata intorno alla Carta di Stazzema alla
base della quale c'è la convinzione che ''essere antifascisti è
una battaglia di civiltà: è l'affermazione un universo di idee
e di valori opposti ai totalitarismi''.
Quanto alla revoca della Cittadinanza onoraria a Mussolini ''è
stato eccepito che tale atto avrebbe comportato la cancellazione
di una pagina della storia della Città e che la concessione va
contestualizzata all'interno del panorama socio-politico
dell'epoca - prosegue la nota - Rispondiamo con forza che una
pagina della storia non può in ogni caso essere cancellata e non
ne abbiamo mai avuto l'intenzione. Avremmo voluto scrivere,
invece, una nuova pagina nel segno dei valori democratici sulla
scia delle tante iniziative portate avanti negli scorsi anni
come la concessione della Cittadinanza all'Anpi,
all'Associazione Brigata Maiella, ad Amnesty International, alla
Senatrice Liliana Segre, l'anniversario della Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'uomo, il ricordo delle leggi
razziali, le celebrazioni per il 75° anniversario della nostra
città grazie ai patrioti della Brigata Maiella. Ci è stato detto
- si sottolinea la nota - che l'antifascismo è un tema divisivo
e per questo da accantonare. Ebbene sì, in questo caso, noi
vogliamo essere divisivi e di parte. Non si tratta di dividere
l'arco costituzionale, ma di ribadire il confine netto e ben
definito tra chi è parte di un sistema di valori democratici e
chi no''. Per la minoranza ''un'occasione persa una brutta
pagina per la politica cittadina e, soprattutto un segnale di
debolezza di pessimo esempio verso i più giovani''. (ANSA)
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