Un ritorno all'antica
pratica dell'invecchiamento del vino in anfore d'argilla,
tradizione che il progetto "Hadria, città del vino in anfora",
promosso da produttori di vino locali, intende non solo
recuperare, ma anche omaggiare, donando al territorio
dell'antica Hadria l'occasione di divenire nuovamente
protagonista di questa tradizione e la possibilità di
condividerla con i suoi abitanti e i suoi numerosi visitatori.
Le quattro aziende agricole locali proponenti - Vinum
Hadrianum, Ausonia, Centorame e Cirelli - intendono esporre
nella città di Atri alcune anfore di argilla realizzate a mano
da maestri di Castelli, all'interno delle quali saranno
conservati i loro vini, per esporle in maniera permanente nelle
ultime sale delle cisterne romane del Palazzo Duchi Acquaviva
con l'intento di omaggiare e arricchire l'offerta culturale
della cittadina attraverso il legame che questa antica
tradizione ha con Atri e con il territorio delle Terre del
Cerrano. In questi territori infatti si produceva anticamente un
vino, annoverato tra i sette "grand crus" dell'Impero Romano,
che veniva invecchiato in pregiate anfore di argilla prodotte
localmente, che lo stesso Plinio elogiava per le grandi qualità
legate alla loro leggerezza e robustezza.
"Un progetto - dichiara l'assessore alla Cultura del Comune
di Atri, Mimma Centorame, - di cui ci siamo da subito
innamorati, per la sua alta valenza storica e culturale nonché
di legame tra Enti pubblici e privati per la promozione del
territorio. La strada è ancora lunga, ma stiamo percorrendo
tutti i passi necessari, in collaborazione e sotto la
supervisione della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e
Paesaggio dell'Abruzzo affinché si possa, nel più breve tempo
possibile portare a compimento un progetto così ambizioso per il
nostro territorio. Un lavoro a cui spero si appassioneranno e
aderiranno altri produttori locali al fine di creare un brand
territoriale con l'intento di riattivare l'identità vitivinicola
del nostro prezioso territorio".
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