di Luca Prosperi
PINO IPPOLITO ARMINO 'IL
FANTASTICO REGNO DELLE DUE SICILIE' LATERZA, PP. 135, 14,00
euro)
Il 'breve catalogo delle imposture neoborboniche' affronta
uno dei nodi cruciali emergenti del revisionismo contemporaneo,
ossia la riscrittura del Risorgimento in senso anti unitario,
chiedendosi perché negli ultimi anni quelle che l'autore Pino
Ippolito Armino definisce 'autentiche fole neo borboniche',
siano diventate così di moda. Ippolito Armino per spiegare il
perché in 10 capitoli usa principalmente uno strumento: il
piccone. Ed è un altro dei momenti forti della fortunata collana
Fact Checking di Laterza, 'La Storia alla prova dei fatti', che
dopo aver affrontato Resistenza, Foibe e 'primati italici',
attacca frontalmente uno dei temi divisivi della memoria
collettiva: l'Unità d'Italia vista da Sud.
Il 'primo stato illuminato del mondo' non è mai esistito, è
una fake news, ma alcune fake news 'hanno una eccezionale
capacità di presa, perché soddisfano un bisogno reale, quello di
una spiegazione semplice a problemi complessi', e nel caso
specifico servono perché attribuiscono 'ogni nostra
insufficienza alla responsabilità di un nemico esterno, cattivo
quanto basta per addebitargli tutto ciò che siamo e non vorremmo
essere'. Essere dei nostalgici dei Borboni, è la tesi di fondo,
è una reazione alle condizioni attuali del centrosud, è una
risposta 'politica' alle difficoltà attuali, di tipo
'reazionario', a cui il mito del Regno delle Due Sicilie presta
una ideologia a raggio corto. Ricorrono temi come genocidio,
inglesi, massoneria, Garibaldi, Mazzini, saccheggio, ricchezze
mitiche e avanguardie industriali e progressi culturali: e
ovviamente brigantaggio, con l'euclideo smontamento del
parallelo con i partigiani della Resistenza. In questo capitolo
c'è l'influsso determinante di un altro capitolo fondamentale
della storiografia contemporanea, quello del libro di Carmine
Pinto che nel suo recente 'La guerra per il Mezzogiorno.
Italiani, borbonici e briganti. 1860-1870', sempre per Laterza,
nel 2019 aveva di fatto rimesso le cose a posto.
Ma Ippolito Armino fa anche un'operazione nuova: punta il
dito sui protagonisti di questa offensiva culturale neo
borbonica, li cita per nome e ne segue la genesi. Da Pino Aprile
a Carlo Alianello, Antonio Ciano ed altri: sul caso del
brigantaggio tronca il discorso dando una visione che ad alcuno
di questi autori potrà anche non dispiacere. Se ci fu una guerra
civile tra italiani, e si vuole una paragone con le vicende post
8 settembre, una corrispondenza, allora 'gli uomini di Salò, che
si battevano per conservare il fascismo, fanno il paio con chi
voleva mantenere in vita la monarchia più reazionaria d'Europa,
mentre i partigiani che combattevano il regime fascista e
aspiravano ad un nuovo ordine, libero e democratico, sono
l'equivalente dei garibaldini che volevano abbattere la
monarchia borbonica in favore di un regime liberale e
costituzionale'.
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