Un progetto basato su una scelta
conservativa, fedele alle più accreditate scuole del restauro
classico, capace di coniugare il dov'era e com'era con
tecnologie all'avanguardia. Materiali più sicuri e moduli
costruttivi mutuati dall'antica tradizione aquilana.
Questo il
sunto dell'atteso progetto esecutivo di riconsolidamento e
restauro della Chiesa di Santa Maria Paganica, all'Aquila,
presentato nella sede del Segretariato Regionale MIC per
l'Abruzzo, stazione appaltante dell'intervento. Presenti il
gruppo di progettazione, il vice sindaco dell'Aquila, Raffele
Daniele, Don Artur Sidor per l'Arcidiocesi, con Don Stefano
Rizzo e Marco Volpe, dell'Ufficio dei Beni Culturali della Curia
Arcivescovile. Il professor Claudio Varagnoli, ordinario di
Restauro del Dipartimento di Architettura dell'Università di
Chieti, il direttore dell'Ufficio Speciale Ricostruzione
dell'Aquila, Salvatore Provenzano, Silvio Rotilio del Comune e
l'architetto Antonio Di Stefano, Soprintendente incaricato per
L'Aquila e il cratere. Un'intervento atteso da tanto, per uno
dei luoghi simbolo del terremoto. Le immagini degli ingenti
crolli e dell'imponente struttura di messa in sicurezza, ha reso
questa Chiesa una spettrale icona del sisma del 2009. Un passo
che consentirà di completare il recupero di un quartiere vitale
del centro storico, ospite anche la sede MAXXI a Palazzo
Ardinghelli. «Finalmente si potrà rimarginare una delle ferite
più profonde che il terremoto ha provocato alla città" , ha
detto Di Stefano. "È determinante imprimere questo definitivo
segno di rinascita per L'Aquila, con il restauro di uno dei suoi
più importanti beni monumentali. Un restauro che si presenta già
come uno dei più complessi ed affascinanti a cui sono chiamati,
da anni, funzionari e tecnici dei Beni culturali del territorio.
Una "sfida" che siamo pronti ancora una volta a condividere
appieno, passo dopo passo".
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