In Abruzzo gli investimenti in
educazione e formazione nell'ambito del piano nazionale di
ripresa e resilienza (Pnrr) dovranno fare i conti con le
specificità del territorio. È quanto sostiene l'Osservatorio
Abruzzo.
"Stimolare la crescita di un territorio, significa porre in
essere politiche pubbliche che rafforzino il grado di conoscenze
della popolazione, a partire dai percorsi nei luoghi
dell'istruzione", si legge in una nota a cura del progetto di
Fondazione openpolis, Etipublica, Fondazione Hubruzzo, Gran
Sasso Science Institute e StartingUp.
"In Abruzzo - si legge in una nota del progetto - il 9,75% dei
minori vive in un comune periferico o ultraperiferico, distante
almeno 40 minuti dal polo più vicino. A fronte di una media
nazionale del 6,6%".
"Inoltre - prosegue la nota - si tratta di un territorio
composto di tante specificità, che vanno dalle competenze nel
settore primario di certe aree interne (la conca del Fucino è
una delle zone strategiche per la coltivazione di ortaggi nel
Paese) ad aree più industrializzate, come la Val Vibrata nel
teramano e soprattutto i distretti industriali in provincia di
Chieti e Pescara".
Dai risultati delle prove Invalsi, elaborate nell'arco dell'anno
scolastico 2020/21, i punteggi medi dei test di matematica
mostrano che l'Abruzzo si colloca al di sopra delle principali
regioni del mezzogiorno, ma al di sotto della media nazionale,
fissata a 191 punti. Scendendo a livello comunale, invece, è
Chieti, con un punteggio medio di 191,92, il capoluogo abruzzese
con il dato più elevato nei test Invalsi di matematica al quinto
anno. Seguono Teramo (185,93), Pescara (184,69) e L'Aquila
(182,83).
Rispetto ai "neet" (not in education, employment or training),
ossia quei giovani che non studiano, non lavorano né cercano
lavoro, l'Abruzzo è in una posizione intermedia rispetto alle
altre regioni ma leggermente migliore rispetto alla media
nazionale, poco sopra il 20 percento.
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