"Arrivano in Ance L'Aquila le
prime segnalazioni di disdette dei contratti nei cantieri della
ricostruzione in città, da parte di associati, dovute al
problema del rincaro indiscriminato dei materiali edili,
dell'impennata selvaggia delle materie prime e dell'esplosione
dei costi dell'energia causati alla pandemia prima, dalla guerra
in corso poi, quando non da spregiudicate speculazioni e truffe.
Nessuna impresa può reggere una tempesta perfetta ad impatto
così rapido e devastante e questo mette a rischio sia la
ricostruzione pubblica e privata del post sisma dell'Aquila che
tutte le opere del PNRR". A lanciare l'allarme è il presidente
dell'associazione nazionale costruttori edili (Ance) della
provincia dell'Aquila, Gianni Frattale, che chiede una risposta
al Governo e all'Europa per un adeguamento del prezzi.
A livello territoriale chiede alla Regione di tenere conto,
nell'aggiornamento del prezziario, del "dramma in atto e della
situazione fuori controllo". L'imprenditore stila un bilancio
negativo sulle rinunce in atto in molte commesse e disdegna un
futuro nero all'indomani delle ultime consultazioni con i
principali soggetti della filiera dell'edilizia e con i
responsabili della compilazione dei prezziari: quindi è concreto
il rischio che non vengano riconsegnate ai cittadini le case
danneggiate dal sisma e le sedi agli enti pubblici.
"Ho il dovere di riconoscere - continua - l'impegno e il
senso di realtà del Commissario Legnini, del Comune dell'Aquila
e dei responsabili degli Uffici Speciali che insieme alle
categorie della filiera edile e alla nostra Associazione si
stanno confrontando e stanno mettendo in campo ogni sforzo per
un riallineamento dei prezzi, ma ad oggi ogni risultato è
purtroppo insufficiente, non per loro responsabilità".
Secondo, il presidente dei costruttori, "siamo a un punto
cruciale per il futuro dell'edilizia, un settore strategico che
è passato in poche settimane dalla condizione di fulcro del
rilancio nazionale allo scacco matto ed il tempo è un fattore da
non trascurare più, se non si vuole che le nostre betoniere
smettano di girare".
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