"È stata la mano soprattutto
dell'uomo che ha creato tutto quello che è successo. L'ho
ripetuto sempre dal primo giorno, e la cosa brutta è che tutte
le persone che sono indagate, e sappiamo che sono colpevoli, e
alla fine uscirà fuori, stanno beate al loro posto". A dirlo è
il 38enne di Monterotondo Giampaolo Matrone, uno dei superstiti
di Rigopiano, a margine di un sopralluogo sul posto da parte del
collegio di periti nominato dal giudice del Tribunale di Pescara
con l'obiettivo di individuare la causa del disastro.
Matrone, che ha perso nella tragedia la moglie Valentina,
mancava a Rigopiano dal 2018. "Avevo detto che sarei tornato
quando lo sentivo - ha spiegato - e oggi sono tornato perché è
una giornata molto importante per i periti e so che vuol dire,
ma so come è andata quel giorno. C'è però il dispiacere che non
sia stato dato il permesso a noi familiari di entrare. Quando
vieni qui comunque ti tremano le gambe, ti tremano gli occhi e
rivedere la montagna, la valanga e rivedere le macerie mi fa
molto brutto. Chiediamo veramente di accertare la verità, ma noi
lo sappiamo che non è stato il terremoto e non è stata la neve".
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