"All'Aquila le ultime
generazioni di avvocati hanno patito gli effetti del terremoto
del 2009, poi è arrivato il Covid, adesso la guerra,
ritrovandosi in una situazione di stallo lavorativo per un
periodo prolungato di continua e precaria gavetta". A parlarne è
il presidente della Camera Civile dell'Aquila, Carlo Peretti.
"All'inizio degli anni '90 - racconta all'ANSA - quando ho
cominciato la professione con un bel po' di coraggio e di
incoscienza (sic, non sono figlio d'arte) ho potuto avere le mie
occasioni di lavoro che mi permettevano una vita dignitosa.
Oggi, il giovane avvocato che vuole iniziare un percorso
professionale vive una realtà diversa: le occasioni sono di gran
lungo diminuite, per giunta limitate da una concorrenza
soffocante. Diversamente dal passato, oggi, l'orientamento è di
far parte di studi legali necessariamente strutturati con una
folta presenza di figure professionali specializzate che
lasciano poco margine agli studi legali unipersonali. Un modello
americano, insomma. Ma questo può valere per le grandi città,
sicuramente non è propria delle piccole realtà come la mia".
"La neonata Camera civile dell'Aquila, certo, non potrà mai
risolvere tali problematiche - spiega - ma almeno e per quanto
possibile si propone di stimolare il pensiero, spingere alla
riflessione, condividere le esperienze di lavoro".
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