"Senza un numero realmente
adeguato ai tempi correnti di magistrati non può esservi una
giurisdizione tempestiva per smaltire l'enormità del
contenzioso e dare risposta alla domanda di giustizia". A
sottolinearlo è il presidente della Camera Civile dell'Aquila,
Carlo Peretti, che invoca un aumento dei magistrati per
risolvere il problema delle pendenze nelle cause.
"In Italia - spiega all'ANSA - sono troppe le normative
primarie, regionali, comunitarie. Questo genera ulteriore
contenzioso, congestiona l'apparato della giustizia a cui si
sovrappongono orientamenti giurisprudenziali a volte ondivaghi
e confliggenti tra loro. Si possono fare tutte le riforme che si
vogliono, ma se il numero dei magistrati non aumenta - sono
circa tremila i magistrati togati di cui molti fuori ruolo - il
contenzioso rimane altissimo. E proprio su tale questione di
fondo sarà incentrato il dibattito dell'8/o Congresso Nazionale
delle Camere Civili d'Italia che si svolgerà a Rimini nei primi
giorni di maggio".
"La tesi, poi per cui in Italia l'enorme carico
dell'arretrato è imputabile al numero abnorme degli avvocati
(oltre 220 mila) - prosegue - è una comoda congettura. È come
sostenere in termini numerici che 'più sono i medici, più sono
gli ammalati'. I giovani, a meno che non siano figli di
avvocati, iniziano la professione senza capitali, senza
clientela, senza welfare, obbligati al versamento dei contributi
previdenziali e a provvedere ad altri adempimenti come la
stipula di onerose polizze assicurative. La crisi economica, la
pandemia e la guerra, poi, non aiutano anzi acuiscono le
difficoltà tanto che molti giovani professionisti chiedono di
cancellarsi dagli Albi, cercando altre occasioni di lavoro".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA