Sono tornati in Abruzzo
dall'Austria gli allevatori che avevano già visitato il Parco
Nazionale della Maiella, l'ultima volta a settembre 2021,
nell'ambito del progetto europeo LIFE LifeStockProtect,
coordinato dalla European Wilderness Society e supportato da
associazioni di categoria altoatesine e austriache. L'obiettivo
era avviare iniziative integrate di custodia degli animali al
pascolo ispirandosi all'esperienza degli allevatori della
Maiella in relazione alla possibilità di 'convivenza' con il
lupo. E alla partenza, insieme agli imprenditori tirolesi sono
andati 5 cani da pastore abruzzesi che ben conoscono la vita del
gregge e andranno ora a presidiare un gruppo di oltre 400
ovicaprini sui pascoli del versante altoatesino dello Stelvio, a
pochi chilometri dal confine svizzero.
I lupi sono di recente tornati in Austria, provenienti da
Italia, Slovenia e Germania, e trovano spesso, nei pascoli
tirolesi, greggi non protette: la lunga assenza dei predatori da
quelle montagne ha fatto dimenticare per generazioni l'uso di
condurre gli animali al pascolo sotto la custodia continua del
pastore e dei cani e l'utilizzo di stazzi protetti per la notte,
come invece è sempre accaduto in Abruzzo. "I nostri colleghi del
progetto LifeStockProtect sono diventati esperti nel
posizionamento di recinzioni elettrificate per gestire i pascoli
- commenta il responsabile del Servizio Veterinario del Parco
della Maiella Simone Angelucci - ma con il lupo una protezione
effettiva è data dall'utilizzo dei cani da guardiania e dalla
presenza costante del pastore/custode. Per questo abbiamo
consigliato agli amici tirolesi di parlare con i nostri
allevatori e osservare l'operato dei cani da pastore abruzzesi
sul campo, in un territorio, come quello della Maiella, dove
insistono 10 branchi di lupo, che però utilizzano animali
domestici in valori sempre al di sotto del 5% della loro dieta".
"Ci sono allevatori sulla Maiella - spiega Angelucci - che,
pur portando pecore al pascolo nel territorio di alcuni branchi
di lupo, non ricevono predazioni da anni. Questo perché pastori
e cani sono presenti sui pascoli e i lupi 'scelgono' di non
predare in condizioni a rischio per loro".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA