"Siamo all'Aquila e oggi ci sono
più di 32 gradi, lo stesso bambino che in quinta elementare è
costretto, dalla follia ideologica del ministro Speranza, a
indossare una mascherina, poi uscendo da scuola, andando in
palestra, al cinema o in pizzeria non è obbligato". Sono le
parole con cui il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso,
a margine di un appuntamento elettorale a sostegno del sindaco
uscente Pierluigi Biondi, ha ribadito la sua contrarietà
all'obbligo indistinto delle mascherine in classe. "Ho chiesto
più volte al ministro, da numerosi mesi, di fornirmi le
motivazioni scientifiche di questa scelta, visto che lui fa
sempre riferimento a sedicenti motivazioni scientifiche. E uno
dei suoi più alti dirigenti, il dottor Rezza, ha confessato che
non ve ne sono".
"La stessa comunità scientifica è divisa - ha proseguito
Sasso - e c'è chi dice che una mascherina con 30 gradi fuori e
magari 40 gradi in classe, visto che le aule non sono dotate di
impianti di condizionamento dell'aria, diventa la culla naturale
di germi e di batteri". Quindi il sottosegretario ha ribadito la
sua proposta "di togliere la mascherina quando si è seduti al
banco e metterla quando ci si sposta. D'altra parte, il ministro
Speranza - ha aggiunto Sasso - sa benissimo che noi
parlamentari, quando siamo a Montecitorio, quando interveniamo
possiamo toglierci la mascherina. Lo sa bene anche lo stesso
presidente Draghi".
"Si tratta di una disposizione di buon senso - ha concluso il
sottosegretario - Se poi qualcuno preferisce la paura o, peggio,
Dio non voglia, il controllo sociale sin dalla tenera età,
allora io mi scaglierò sempre contro perché non è una
motivazione scientifica, ma squisitamente politica. E io non ci
sto".
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