"Non ci sono possibilità concrete
di appello e il versamento dovrà essere effettuato entro 120
giorni da oggi. E' stata una decisione unanime del triumvirato
composto da Klaus Reichert, Charles Poncet e Pierre-Marie Dupuy,
che ha stabilito che l'Italia ha violato l'Energy Charter
Treaty. La Rockhopper stima che il 20% dei fondi servirà per
coprire spese di varia natura, e che il netto per la loro
compagnia sarà dell'80% del versato". Lo afferma Maria Rita
D'Orsogna, fisica e docente universitaria negli Usa e storica
ambientalista legata all'Abruzzo, in prima linea nelle battaglie
su idrocarburi e costa adriatica.
"Il Ceo della Rockhopper. Sam Moody afferma di essere felice
di questo risultato perché c'è stato un gran lavoro da parte
loro da quando loro hanno comprato la Medoilgas nel 2014 per
portare Ombrina alla luce, e da quando hanno iniziato le
pratiche dell'arbitrato nel 2017. Ora concentreranno le loro
attività petrolifere nelle isole Falkland, mentre il mondo viene
stravolto dai cambiamenti climatici. E' una decisione che lascia
noi italiani, e me, con un po' di amarezza e che mostra ancora
una volta quanto corrotti siano i "poteri forti".
Questo arbitrato, composto da tre uomini non italiani e
vicini al mondo dell'industria e del petrolio, non si è mai
preoccupato di coinvolgere i residenti, di capire il perché
delle nostre battaglie, di vedere quanto più bella e più sana
sia la Costa dei Trabocchi oggi, con il fiorire di mille
attività turistiche, rispetto a ciò che la Rockhopper voleva
farne. L'Italia pagherà 190 milioni di euro, ma non abbiamo
perso. La lezione di democrazia che abbiamo dato in dieci anni
di battaglie, è qualcosa di straordinario che ne Sam Moody ne il
triumvirato senza volto potranno mai capire. Davide ha fermato
Golia e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Abbiamo salvato
l'Abruzzo dalle trivelle", conclude la D'Orsogna.
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