"Raccogliamo il grido di
dolore e la frustrazione delle nostre imprese che stanno subendo
una situazione paradossale per la mancata possibilità di
monetizzare i crediti fiscali, relativi a lavori eseguiti, con
rischio di fallimento di circa 30 mila aziende a livello
nazionale, e di almeno mille in Regione, in quanto non si è
nelle condizioni di pagare dipendenti, fornitori, tasse e
contributi con conseguenze drammatiche sui livelli occupazionali
e sulla tenuta stessa della filiera". A lanciare l'allarme è il
presidente di Ance Abruzzo, Antonio D'Intino.
"Ci riferiamo, in particolare - spiega - al mercato della
cessione del credito che è completamente bloccato a causa dei
continui interventi normativi, con una media di una modifica al
mese solo da inizio 2022, con la conseguenza di rendere
estremamente rigido l'atteggiamento delle banche e degli
intermediari finanziari che avevano garantito l'acquisto dei
crediti".
In Abruzzo, al 31 luglio si rilevano 1 miliardo e 270 milioni
di investimenti ammessi a detrazione e 900 milioni di euro di
lavori conclusi su circa seimila cantieri. "Si tratta di lavori
che ci indirizzano concretamente sulla via di crescita
intelligente, sostenibile e inclusiva - aggiunge D'Intino - con
un forte impatto sulla qualità della vita dei cittadini, in
quanto prevedono misure finalizzate alla sostenibilità
ambientale, all'economia grenn ed al miglioramento
dell'efficienza sismica ed energetica degli edifici, centrando a
pieno una direttrice imprescindibile dello sviluppo futuro,
dichiarata nell'obiettivo Transizione Ecologica del PNRR".
"Chiediamo un atto di responsabilità al Governo, di coerenza
e di rispetto degli impegni assunti e delle aspettative
assicurate altrimenti corriamo il rischio di destrutturare un
settore vitale per l'economia e l'occupazione e per la stessa
tenuta sociale. Anche in vista della conversione in legge del
Decreto Aiuti-Bis è necessario individuare le soluzioni per
superare queste distorsioni che, con il maldestro tentativo di
bloccare le frodi, hanno il solo effetto di mettere in ginocchio
il sistema sano e produttivo del paese".
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