In Abruzzo nel 2022 (dato
aggiornato al 30 novembre) gli infortuni sul lavoro hanno
registrato un incremento del 41 per cento rispetto al precedente
anno. Lo rende noto la segreteria Cgil Abruzzo-Molise. Crescono
di 4.293 quelli denunciati all'Inail rispetto al 2021, per un
numero totale di 14.774. Il primato in questa triste classifica
va alla provincia di Chieti con 4.616 denunce, seguita da Teramo
con 4.309, Pescara con 3.072 e L'Aquila con 2.777.
Il 45% degli eventi ha coinvolto donne: una percentuale più
alta di quella del numero delle donne occupate, a conferma che
troppo spesso l'occupazione femminile, oltre ad essere peggio
retribuita, è anche più rischiosa.
Calano gli infortuni mortali, ma in questo senso influisce
fortemente il Covid: erano 37 quelli complessivi nel 2021 di cui
15 a causa dei contagi, mentre sono stati 20 nel 2022 senza
nessun caso attribuibile al corona virus. Dei 20 incidenti
mortali, 4 sono state le vittime di sesso femminile così come 4
i cittadini di nazionalità straniera. In 5 casi le morti sono
avvenute a causa di incidenti stradali nel percorso casa-lavoro
e la fascia di età più colpita è stata quella tra i 50 e 59 anni
(8 morti).
Chieti e L'Aquila, con 6 infortuni mortali, le province più
falcidiate da questa drammatica tragedia. L'Aquila che tra
l'altro evidenzia il preoccupante dato di un infortunio mortale
ogni 463, rapporto ben più basso di quello regionale pari ad uno
ogni 739. Sono stati 5 i morti in provincia di Teramo e 3 in
quella di Pescara.
"Numeri - osserva la Cgil - che da un lato confermano
l'emergenza sicurezza sul lavoro e dall'altro testimoniano
quanto urgenti siano azioni ed investimenti affinché si inverta
questo trend. Vanno potenziati gli enti preposti ai controlli
così come vanno pretesi investimenti dalle aziende: investimenti
in cultura della sicurezza e in macchinari, tecnologie e
manutenzioni che impediscano che un turno di lavoro possa
trasformarsi in un turno di morte".
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