"Solidarietà ad Alfredo Cospito -
41 bis = tortura". Con uno striscione bianco, issato tra due
alberi di piazza Regina Margherita, all'Aquila, un gruppo di
manifestanti ha portato avanti un sit-in in solidarietà con la
lotta dell'anarchico pescarese Alfredo Cospito, da settimane in
sciopero della fame. "La battaglia che Cospito sta
meritoriamente portando avanti - viene spiegato nel
volantino-manifesto distribuito e letto pubblicamente al
megafono - riapre il dibattito sulla necessità del superamento
di due istituti inumani e incostituzionali, come l'ergastolo
ostativo e il 41-bis, ma anche dell'intero sistema dei circuiti
speciali di detenzione".
"Fin dalla sua istituzione - spiegano ancora - il 41 bis è
stato presentato come provvisorio e volto ad arginare lo
stragismo mafioso, ma ben presto si è mostrato come uno
strumento di vendetta, fondato su pratiche di vera e propria
tortura per spingere i detenuti alla collaborazione, attraverso
l'isolamento totale e la privazione dei più elementari diritti
umani". A tal proposito, il presidio appare significativo nella
città il cui carcere ospita da qualche settimana anche il boss
Matteo Messina Denaro. "L'Aquila - ribadiscono gli organizzatori
del presidio - è parte integrante di questo sistema di tortura
e negazione dei diritti della persona. Non solo per la presenza
di un super-carcere ma perché in esso è rinchiusa al 41 bis la
più alta percentuale di detenuti a livello nazionale".
Di qui la denuncia, in contemporanea con altre mobilitazioni
nel resto d'Italia: "L'applicazione di questo istituto
repressivo-punitivo - sottolineano i manifestanti - è stato
definito da Amnesty International nel 2003 come 'crudele,
inumano e degradante'. I detenuti sono internati in celle di
qualche metro quadro, con fortissime limitazioni nell'ora
d'aria, nei colloqui con i familiari, nella posta, nei semplici
oggetti da tenere in cella. Ad Alfredo è stato vietato di tenere
in cella persino la foto dei suoi genitori, e questo non ha
nulla a che vedere con la sicurezza dello Stato".
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