È stata invitata a uscire dalla
sala Rivera di palazzo Fibbioni, sede del Consiglio Comunale
dell'Aquila, dove è in corso il convegno, aperto alla
cittadinanza, "Inverno demografico: quale futuro in Italia" con
il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità,
Eugenia Roccella, e ha potuto esporre solo all'esterno il
cartello che aveva con sé. Protagonista della contestazione
isolata la signora Luigia De Biasi che nel porticato di fronte
alla sede comunale ha esposto un cartello a firma del Movimento
Femminista Proletario Rivoluzionario. "Dopo aver armato la mano
dei nostri oppressori - si legge - ci uccidete in mare insieme
ai nostri figli e finanziate chi ci tortura e ci stupra. Parlate
di 'sacralità della vita' di 'inverno demografico', ma chi ci
uccide sul lavoro, sul Pcto o a casa, dove ci ricacciate con le
vostre politiche lacrime e sangue, resta sostanzialmente
impunito".
"Ci tagliate Naspi, salario, reddito di cittadinanza, sanità,
scuola - si legge ancora - e ci date repressione, miseria,
guerra, carovita, precarietà, sfruttamento, disoccupazione,
mentre ci togliete il diritto di aborto. Le donne per voi non
sono altro che macchine per la riproduzione 'meritevoli' della
vostra elemosina sulla base del numero dei figli". Di qui
l'accusa: "Parlate di Dio, patria, famiglia e figli, ma in nome
del vostro Dio ci reprimete e opprimete, ci sacrificate
sull'altare della vosltra Patria, la vostra Famiglia ci uccide e
ci opprime, i nostri figli servono per la Vostra guerra
imperialista e per i vostri profitti".
"Ci vuol ben altro - si legge nelle battute conclusive del
cartello - che un'operazione di 'cosmetica', o di presa una
presa in giro come il vostro 8 marzo per cambiare la nostra
condizione, ci vuole Rivoluzione. Tutta la vita deve cambiare".
La signora De Biasi ha incollato il cartello su una colonna del
porticato. "Altro non posso fare - ha detto - all'interno mi è
stato impedito di esibirlo come se fosse un problema avere idee
diverse da quelle degli organizzatori".
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