Nella cripta di San
Francesco Caracciolo la Fondazione Falconio e l'Ordine dei
chierici regolari minori Caracciolini, hanno siglato un
protocollo d'intesa che punterà ad incentivare il turismo
religioso nei luoghi che furono di San Francesco Caracciolo.
Saranno programmati eventi e giornate di studio
storico-religioso a tema, tra cui l'organizzazione di un evento
dedicato alla cucina monacale e di come questa si sia sviluppata
dal Medioevo ai giorni nostri.
Padre Fernando Olivieri, Superiore Delegazione Italia dei
Chierici Regolari Minori ha tenuto a "ringraziare la neonata
Fondazione 'Peppino Falconio' per il prezioso programma/sostegno
che si accinge a svolgere nell'ambito eno-gastronomico e
religioso. Sembrerebbero contraddittori questi due ambiti - ha
aggiunto - ma, nel nostro caso, non lo sono: sia per il luogo in
cui la fondazione nasce, sia per l'aspetto umano e religioso che
si prefigge. Per il luogo: Villa Santa Maria è tra i più
rinomati nell'arte della gastronomia grazie alla sua scuola
alberghiera che ha formato chef di alta professionalità in molte
parti in Italia e all'estero. E' anche il luogo natio di Colui
che nel marzo del 1996, fu posto a celeste Patrono dei Cuochi
d'Italia: San Francesco Caracciolo".
"Non a caso - ha sottolineato Padre Olivieri - la fondazione
nasce proprio in un palazzo che fu parte dell'antica residenza
dei nobili Caracciolo e, con il suo progressivo restauro, si
spera diventi centro di cultura umana e religiosa. Guardare a
San Francesco come Patrono nell'ambito della gastronomia, ci fa
pensare a ciò che di più profondo essa significa: non si tratta
solo del cucinare, del dare da mangiare, ma di fare di tale
attività un momento di comunione, di riconoscere nella madre
terra colei che ci dà da vivere e ci dà la responsabilità del
buon vivere, di una vita sana, impiegando e conservando con
diligenza quanto essa ci offre".
"E' già in calendario - ha spiegato il presidente della
fondazione, Francesco Falconio - un evento formativo in
collaborazione con l'ordine dei giornalisti per il prossimo 16
gennaio, quando parleremo del rito popolare di Sant'Antonio
Abate che verrà analizzato e spiegato nei suoi lati
antopologici, religiosi e culinari".
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