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Mobilitazione a Pescara contro l'estradizione di Anan Yaeesh

Mobilitazione a Pescara contro l'estradizione di Anan Yaeesh

L'Assemblea per la Palestina issa striscione sul Ponte del Mare

PESCARA, 06 marzo 2024, 11:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Uno striscione issato sul Ponte del Mare l'Assemblea per la Palestina pescarese ha aderito alla mobilitazione nazionale per chiedere la liberazione di Anan Yaeesh, militante palestinese di 37 anni residente all'Aquila.
    Yaeesh è stato arrestato lo scorso 29 gennaio nel capoluogo abruzzese in seguito alla richiesta di estradizione presentata dalle autorità israeliane, nonostante avesse un regolare permesso di soggiorno con protezione speciale.
    Attualmente è detenuto nel carcere di Terni. La difesa legale di Yaeesh - composta da Flavio Rossi Albertini e da Stefania Calvanese - ha depositato un'istanza alla Corte d'appello dell'Aquila per chiedere la revoca della misura cautelare e la Corte ha fissato una camera di consiglio il 12 marzo in cui si discuteranno le istanze presentate dai legali della difesa.
    "Approvare l'estradizione di Anan Yaeesh - spiega una nota dell'Assemblea per la Palestina pescarese - vuol dire esporlo ad un rischio di morte concreto ed estremamente probabile".
    Per i manifestanti "le accuse contro di lui sono poco chiare e confuse: nel fascicolo, incompleto, si accusa l'uomo di aver finanziato la 'brigata di autodifesa di Tulkarem' e il suo campo profughi, di circa 100mila abitanti. L'illegittimità dell'estradizione è chiara ed inequivocabile alla luce della legittima attività politica di Yaeesh nel contesto della seconda Intifada: il diritto internazionale riconosce la legittimità della resistenza, anche armata, come strumento di liberazione da una forza occupante".
    L'Assemblea per la Palestina ipotizza anche irregolarità in termini di difesa di diritti umani. "Per la legge italiana - viene ricordato - l'estradizione non è concessa quando vi è ragione di ritenere che l'imputato verrà sottoposto ad atti che configurano/costituiscono la violazione dei diritti fondamentali della persona, condizione nota e sistemica delle carceri israeliane".
   

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