Considerato tra i più grandi
jazzisti viventi, alla pari di veterani come Archie Sheep,
Herbie Hancock e Sonny Rollins, il pianista e compositore
Abdullah Ibrahim, suonerà domenica 4 agosto nel magico
anfiteatro romano di Alba Fucens a Massa d'Albe (L'Aquila) in
occasione di Festiv'Alba 2024.
Nato a Città del Capo nel 1934, Abdullah Ibrahim, al secolo
Adolph Johannes Brand, è uno dei pochi musicisti africani ad
aver raggiunto un ruolo da protagonista nel jazz mondiale. Ed è
sicuramente il sommo rappresentante del jazz sudafricano sin dal
suo disco di esordio (Jazz Epistle Verse 1, 1960). Prima
dell'adozione del nome islamico si era distinto sulla scena
sudafricana già nel cuore degli anni cinquanta con il nome di
Dollar Brand. In seguito all'inasprirsi dell'apartheid e alle
continue ingerenze governative nella vita dei musicisti,
Abdullah Ibrahim ha lasciato il Sud Africa nel 1962 per
trasferirsi in in Svizzera. Convinto dalla compagna di Ibrahim,
Duke Ellington ha assistito a una delle sue performance in trio
rimanendone talmente colpito da "sponsorizzare" subito
un'incisione discografica: 'Duke Ellington Presents The Dollar
Brand Trio' (1963). Nel giro di pochi anni l'ascesa di Ibrahim
nel mondo del jazz è stata rapidissima.
Nel 1965 si è trasferito a New York, dove ha interagito con
nomi del calibro di Don Cherry, Ornette Coleman, John Coltrane,
Pharoah Sanders, Cecil Taylor, Archie Shepp, Billy Higgins,
Elvin Jones. Da allora la sua carriera non ha conosciuto pause
né cedimenti. Rientrato in Sudafrica nel 1990, su invito di
Nelson Mandela dopo la sua scarcerazione, Abdullah Ibrahim non è
venuto mai meno al suo ruolo di vessillo di una musicalità
profondamente legata alle proprie radici e portatrice di
messaggi universali.
Ma l'aspetto più rappresentativo della sua arte è
l'esibizione in solo, documentata su numerosi dischi e in una
continua attività dal vivo. È in questo contesto che emerge
compiutamente il suo stile distintivo dalla possente definizione
ritmica, sontuosa e iterativa, e dai disegni melodici di
palpitante dolcezza, nostalgici, intensamente evocativi. Ed è
proprio un piano solo l'ultimo album in discografia (oltre cento
titoli): 'Solotude' (2020), un lavoro di qualità.
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