Il Guerriero di Capestrano,
'icona' simbolo dell'Abruzzo, diventa oggetto di una disputa
legale finalizzata all'accertamento dell'autenticità della
scultura del VI secolo a.C., attraverso nuovi metodi
scientifici: il regista Alessio Consorte fa ricorso al Tar dopo
che la direttrice della Direzione Regionale Musei, Federica
Zalabra, gli ha negato l'accesso agli atti per visionare i
risultati delle analisi.
La scultura, scoperta nel 1934 in una necropoli dell'antica
città di Aufinum, località situata nei pressi di Capestrano
(L'Aquila), raffigura un guerriero dell'antico popolo italico
dei Vestini.
La vicenda risale al giugno 2022, quando nel corso di una
inchiesta giornalistica sulla scultura Consorte chiedeva di
poter eseguire delle analisi con metodo XRF sui pigmenti e sulla
pietra della statua e sul torso femminile (la Dama, ndr), al
fine di comprendere la composizione chimica dei pigmenti.
In una seconda lettera inviata il 19 ottobre 2023 si faceva richiesta di eseguire delle analisi XRF al fine di accertare l'autenticità dei manufatti già avviata con il docufilm 'Il guerriero mi pare strano'.
In una missiva del 24 ottobre, a firma della direttrice
Zalabra, la proposta fu respinta in quanto "tali indagini sono
state già effettuate" .
Successivamente, tramite l'avvocato Loredana Di Mattia,
Consorte formulò una richiesta per poter visionare le suddette
analisi: il 2 febbraio scorso è arrivato un nuovo diniego
firmato dalla Zalabra, in quanto "l'istanza non risulta
sufficientemente motivata".
Secondo Consorte nell'istanza di accesso l'interesse ai
documenti era stato specificamente indicato. "La missione dei
musei - scrive il regista in una nota - è quella di divulgare,
comunicare ed esporre a fini di studio le ricerche scientifiche
effettuate secondo principi di imparzialità, vieppiù in
attuazione dell'Art. 9 della Costituzione italiana che "promuove
la ricerca scientifica" (DM del 23/12/2014). Secondo il 'Codice
dei beni culturali e del paesaggio' (Artt. 101 2A), un museo è
una struttura permanente che acquisisce, conserva, ordina ed
espone beni culturali per fini di educazione e studio. Perché
negare la visione di documenti scientifici?".
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