"Se vuole essere coerente con gli
obiettivi di decarbonizzazione dell'economia il Governo cancelli
subito la Linea Adriatica della Snam e gli altri progetti basati
sui combustibili fossili". E' quanto hanno chiesto ai dirigenti
del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica i
Comitati cittadini per l'ambiente di Sulmona che da oltre sedici
anni si battono contro il progetto della multinazionale del
settore fossile.
Con striscioni e cartelli gli ambientalisti si sono spostati,
con la loro protesta nella capitale: nel corso della
manifestazione, svoltasi sabato scorso davanti alla sede del
ministero, una delegazione di ambientalisti è stata ricevuta dal
vice capo di gabinetto Fabio Tancredi.
Della delegazione ha fatto parte anche Mario Pizzola il
quale, in rappresentanza dei comitati che in tutta Italia si
oppongono al mega gasdotto e alla centrale di compressione di
Sulmona, ha detto che "il progetto Linea Adriatica va annullato.
Oggi non ha alcun senso costruire nuove infrastrutture
metanifere perché i consumi di gas sono crollati, non solo in
Italia, ma in tutta Europa. Poteva essere utile 20 anni fa,
quando esso è stato concepito, perché si riteneva che i consumi
dovessero continuare a crescere. Ma la realtà ha smentito queste
previsioni.
All'epoca, peraltro, non si aveva la piena consapevolezza
della capacità fortemente climalterante del metano. La Linea
Adriatica, di fatto accantonata, è stata riesumata e ritenuta
'strategica' in conseguenza della guerra in Ucraina e della
rinuncia al gas russo. Ma è accaduto esattamente il contrario.
Proprio la guerra in Ucraina ha accelerato lo sviluppo delle
energie rinnovabili e la necessità di abbandonare le fonti
fossili, gas in primo luogo: lo ha riconosciuto la stessa
Commissaria europea All'Energia, Kadri Simson, nei giorni
scorsi".
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