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Palestina, mano dipinta di rosso su targa Università L'Aquila

Palestina, mano dipinta di rosso su targa Università L'Aquila

Protesta degli studenti 'accampati' davanti a Scienze Umane

L'AQUILA, 10 giugno 2024, 20:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una mano dipinta di rosso, con vernice lavabile, sulla targa del rettorato dell'Università dell'Aquila, a palazzo Camponeschi, in piazza Santa Margherita.
    E' la protesta della rete di studenti e cittadini da alcuni giorni accampati davanti al Dipartimento di Scienze Umane, nel capoluogo abruzzese, in sostegno della resistenza palestinese.
    Una mano rossa in segno di protesta nei confronti del rettore Univaq, Edoardo Alesse il quale, secondo i manifestanti, "si rende complice del genocidio non prendendo posizione contro l'aggressione militare israeliana sulla popolazione palestinese".
    "L'università - si legge in una nota del movimento spontaneo - in quanto tale non può essere neutrale rispetto a ciò che accade, perché un luogo di formazione e di cultura, che aggrega e unisce individui diversi per religione, orientamento sessuale, identità di genere, provenienza geografica, lingua, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, non può esimersi dal discutere in maniera collettiva dei temi politico-sociali che interessano il mondo intero".
    "E il rettore - incalzano i manifestanti - non si nasconda dietro la pretesa di apoliticità per evitare il dibattito: sappiamo che due anni fa non ha esitato a parteggiare per l'Ucraina, allora come studenti e cittadini ci chiediamo quale sia il motivo dietro questi doppi standard. È complice perché permette all'università dell'Aquila di avere rapporti con l'azienda Leonardo che produce le stesse armi usate dall'esercito israeliano nel genocidio palestinese. È complice perché permette all'Università di continuare a intrattenere rapporti con il sistema accademico Israeliano, braccio forte dell'apparato di occupazione coloniale. È complice - prosegue la nota - perché permette all'università di collaborare con aziende che hanno sede ubicata nei territori occupati illegalmente da Israele".
    I manifestanti ricordano che, fino a questo momento, i vertici di ateneo non hanno rilasciato dichiarazioni in merito 'all'acampada' di protesta.
   

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