Un abbassamento stimato di circa
sei metri quello del livello delle acque del lago di Scanno
(L'Aquila), bacino naturale a quasi mille metri di altitudine,
noto per la sua forma di cuore visibile da una particolare
prospettiva su un'altura raggiungibile a piedi. Un fenomeno
impattante dal punto di vista paesaggistico, che desta
interrogativi anche sul futuro dello specchio d'acqua e sulla
salvaguardia della sua fauna ittica. "Non è la prima volta che
succede un abbassamento tale e purtroppo non sarà neanche
l'ultima. È un fenomeno che dipende soprattutto dalle scarse
precipitazioni nevose", spiega all'ANSA Pasquale Caranfa,
presidente dell'associazione culturale 'La Foce', laureato nel
1974 in Lettere con una tesi di geografia umana sul lago di
Scanno.
"Girano una serie di favole rispetto al lago - spiega - come
terremoti che avrebbero aperto falle. Ma le falle ci sono sempre
state nel nostro lago, che si formò circa 12mila anni fa da una
frana del sovrastante monte Rava, dal quale discesero circa 100
milioni di metri cubi di roccia, pietre e terra".
La questione dell'altalenante livello delle acque sarebbe
quindi "legato soprattutto al cambiamento climatico, per la
scarsità non tanto di piogge quanto di precipitazioni nevose.
Prima qui era normale durante l'inverno arrivare ad accumuli
totali di neve tra i 12 e i 14 metri, che in primavera si
scioglievano a favore delle sorgenti profonde e quindi anche dei
bacini superficiali".
"Effettivamente però nella parte nord del lago, quindi verso
Villalago, dove si è accumulato il detrito di frana, l'azione
delle piogge nella parte di massima piena non consente gli
accumuli di terriccio, fanghiglia, e quindi di creare nei primi
metri del bacino, in superficie, una struttura impermeabile. Ci
sono del resto inghiottitoi ed è un mistero effettivamente non
ancora svelato dove vada a finire una parte dell'acqua che il
lago perde, oltre alle fuoriuscite certe, quelle del lago Pio e
di Fonte Vecchia. Con gli esperimenti svolti, sia con materiali
radioattivi sia con coloranti più classici, non se ne è venuti a
capo".
Quale potrebbe essere allora una soluzione per evitare il
dimagrimento repentino del famoso specchio d'acqua, durante le
stagioni più siccitose? "Mettere delle bio stuoie, di solito
usate nei campi da golf, dalla parte dove il lago è stato
bloccato dalla frana, in superficie, per contribuire a creare
questa specie di impermeabile e quantomeno a rallentare
sensibilmente la fuoriuscita attraverso gli inghiottitoi".
Il rovescio della medaglia del fenomeno è tutt'altro che
preoccupante: quando si abbassa infatti, il lago restituisce
oggetti e regala scoperte. "Enzo Gentile ed io quando il lago si
è abbassato di sette metri nel 2012, abbiamo trovato parecchi
reperti archeologici che abbiamo denunciato alla Soprintendenza,
sul cui incarico io li custodisco privatamente. Si tratta
soprattutto di una statuetta acefala che sicuramente rappresenta
una dea madre avvolta da un serpente. Non siamo riusciti a
datarla, ma sicuramente è collegabile al culto di Angizia. E
abbiamo trovato anche molte anforette".
Altra trasformazione caratteristica del lago, attesa senza
alcuna apprensione e anzi considerato molto suggestivo, è il
completo congelamento della superficie dell'acqua, che avviene
"circa ogni 10/15 anni. Io stesso - conclude Caranfa - ho fatto
l'esperienza di attraversare a piedi il lago completamente
ghiacciato".
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