Si è riunito a Pescara, nella sede
del Dipartimento Sanità, il Comitato regionale di coordinamento
in materia di salute e sicurezza sul lavoro, organismo composto
da rappresentanti della Regione Abruzzo e dei Servizi per la
sicurezza negli ambienti di lavoro delle Asl, di Inail, di Inps,
dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, sede territoriale del
Ministero della Salute (USMAF), dei Vigili del Fuoco e di ARTA
oltre che da rappresentanti delle associazioni di categoria e
delle associazioni sindacali più rappresentative.
L'assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, ha
evidenziato la necessità di dotare la Regione di una strategia
condivisa da tutte le istituzioni che fanno parte del Comitato.
A tal proposito, l'assessore ha proposto l'approvazione di
quattro pilastri su cui fondare gli interventi di prevenzione:
il miglioramento della conoscenza dei fenomeni di salute legati
all'attività lavorativa e degli eventi dannosi; la
razionalizzazione degli interventi di prevenzione, al fine di
programmare un utilizzo efficace, efficiente e appropriato delle
risorse umane, strumentali e finanziarie; il sostegno e
l'assistenza alle imprese e ai lavoratori e alle loro
rappresentanze attraverso percorsi di informazione, formazione e
comunicazione rispondenti alle esigenze delle aziende, dei
lavoratori e degli organi di controllo; il rafforzamento del
ruolo del servizio pubblico, quale riferimento "regolatore" del
sistema che assicuri chiarezza di applicazione delle norme, con
trasparenza ed equità.
Nel corso dell'incontro, sono state illustrate le attività
realizzate nel 2023 in attuazione del Piano Regionale della
Prevenzione 2021-2025. Così come sono state descritte le azioni
programmate e avviate per l'anno 2024 in tema di sovraccarico
biomeccanico, di utilizzo delle macchine, di prevenzione dei
tumori alla vescica e degli infortuni in edilizia e in
agricoltura.
Sono state, infine, raccolte istanze sui principali temi
relativi alla sicurezza sul lavoro come la necessità di
individuare altre aree a rischio di infortuni e malattie
professionali diverse dall'edilizia e l'agricoltura, quella di
implementare la formazione "accreditata" e l'addestramento dei
lavoratori, la necessità di porre maggiore attenzione non solo
sugli infortuni ma anche sulle malattie professionali e infine
quella di potenziare il sistema di vigilanza attraverso una
programmazione adeguata che preveda il potenziamento delle
risorse umane.
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