"Negli ultimi anni i danni
causati dai cervi hanno superato in molte zone interne i danni
alle colture causate dai cinghiali. Addirittura dai dati sul
monitoraggio delle popolazioni dei cervidi in Abruzzo emerge la
presenza di un numero di capi più del doppio rispetto a quello
del 2018 in termini assoluti, costringendo operatori del settore
e associazioni agricole a chiedere sempre più insistentemente
alla Regione Abruzzo una presa di posizione chiara per
contrastare il problema". Così il vicepresidente della Regione
Abruzzo con delega all'Agricoltura, Caccia e Pesca, Emanuele
Imprudente, sull'approvazione, da parte della Giunta regionale,
del "Calendario venatorio regionale stagione 2024-2025 per
l'esercizio del prelievo in forma selettiva del cervo e del
relativo piano di abbattimento distinto per sesso e classi di
età".
In base alla d.g.r. dal prossimo 14 ottobre fino al 15 marzo
2025 inizieranno i prelievi del cervo esclusivamente nei 2
Comprensori regionali ricompresi nei territori degli ATC
Avezzano, Sulmona, Subequano, L'Aquila e Barisciano e al di
fuori delle aree protette e delle aree ad esse contigue.
Entrando nel dettaglio, nel periodo 2019-2023 i danni
provocati dai cervi all'agricoltura sono stati pari a 895.340
euro ai quali andranno aggiunti quelli del 2024 che porteranno
la somma ben oltre il milione di euro. Oltre ai danni alle
colture, sono aumentati gli incidenti stradali causati da cervi
(pari a 806 denunciati nel periodo 2019-2023), spesso con danni
agli esseri umani che rendono necessario adottare adeguate
contromisure al fine di salvaguardare l'incolumità di chi si
mette alla guida e delle persone trasportate. Per completezza si
rappresenta che anche nel 2024 sono già numerose le
segnalazioni di impatti tra auto e cervi sulle strade abruzzesi.
"Riteniamo l'avvio del contenimento del cervo - conclude
Imprudente - una misura importante per fronteggiare il
sovrappopolamento di tale specie nelle aree interne e inaugurare
un percorso virtuoso ed efficace a favore in primis della
salvaguardia degli habitat naturali e di tutte le popolazioni
selvatiche presenti, ma anche a supporto di centinaia di
agricoltori delle aree interne e di tutti i cittadini e gli
automobilisti abruzzesi e non".
Dopo oltre 3 anni di studi di fattibilità, censimenti e
monitoraggi svolti sul territorio, in stretta collaborazione con
tecnici faunistici anche di altre Regioni e dopo il parere
positivo sul Piano di Gestione del Cervo 2024-2025 da parte
dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale (ISPRA), i dati hanno evidenziato in alcune zone
l'altissima densità della specie "cervo" in Abruzzo e la
necessità di intervenire con il suo controllo faunistico, così
come previsto da molti anni in molte Regioni italiane, allo
scopo di riequilibrare la fauna con attività di contenimento di
specie in eccedenza di popolazione.
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