Attesa per la sentenza della
Cassazione nel procedimento legato alla tragedia dell'Hotel
Rigopiano di Farindola (Pescara), travolto e distrutto, il 18
gennaio 2017, da una valanga che provocò la morte di 29 persone.
Il pronunciamento, su cui grava anche lo spettro della
prescrizione per alcune accuse, ci sarà in giornata. Presenti,
in Cassazione, come avvenuto la scorsa settimana, tanti parenti
delle vittime di quel disastro. Giovedì scorso i giudici della
sesta sezione, dopo avere ascoltato gli interventi di tutti gli
avvocati difensori, avevano deciso di rinviare la decisione a
oggi, alla luce della "complessità del processo" e del numero di
posizioni da vagliare.
I giudici dovranno decidere in merito alle richieste avanzate
nell'udienza di mercoledì dal sostituto procuratore generale,
che ha chiesto un appello bis per l'allora prefetto di Pescara
Francesco Provolo, condannato a un anno e 8 mesi per rifiuto di
atti d'ufficio e falso, per valutare anche le accuse di concorso
in omicidio colposo, in lesioni colpose e in depistaggio, per le
quali è stato assolto in Appello.
Il pg, inoltre, ha sollecitato l'annullamento delle
assoluzioni nei confronti di sei persone, rappresentanti
dell'autorità regionale di protezione civile, e la conferma
delle condanne dei dirigenti della Provincia di Pescara Paolo
D'Incecco e Mauro Di Blasio (entrambi 3 anni e quattro mesi),
dell'ex gestore dell'hotel Bruno Di Tommaso (6 mesi) e del
tecnico del comune Enrico Colangeli (2 anni e otto mesi per
entrambi). Chiesto un nuovo processo di secondo grado anche per
il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta.
Il pg, Giuseppe Riccardi, nel corso della sua requisitoria,
ha ricordato che in quel tragico giorno "il pericolo valanghe
era forte, livello 4, e venne comunicato alla prefettura".
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