L'Abruzzo, secondo l'analisi del
Benessere equo e sostenibile divulgata dal Cresa sulla base di
dati Istat, si caratterizza per una posizione più elevata
rispetto all'Italia e al Mezzogiorno se si considerano una serie
di fattori relativi all'istruzione.
Tra questi, l'incidenza dei diplomati (71,2% dei residenti
25-64 anni), dei laureati (30,4% delle persone 25-39 anni), dei
Neet (12,5%), per il tasso di passaggio all'università (60,9%) e
per livelli di competenza numerica (42,1%) e alfabetica (35,7%).
I dati regionali sulla formazione continua (9,9%) e sulla
fruizione dei servizi comunali per l'infanzia (12,7%) superano
il livello meridionale ma non quello nazionale e la
partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni
(96,3%) è in Abruzzo superiore alla media italiana ma non a
quella del Mezzogiorno.
Le situazioni infraregionali sono molto diversificate, ma per
la maggior parte degli indicatori tutte le province si attestano
su valori migliori o in linea con i nazionali e meridionale.
Chieti e L'Aquila, con 7 e 6 valori su 9, presentano le maggior
ricorrenze di valori peggiori dalle media nazionale: fanno
eccezione, nella prima provincia, la fruizione dei servizi
comunali per l'infanzia e le competenze alfabetiche e, nella
seconda le competenze numeriche, la partecipazione al sistema
scolastico dei bambini 4-5 anni e il passaggio all'università.
Teramo riporta criticità per i titoli di studio (licenza
superiore, laurea e superiori) e le competenze alfabetiche e
numeriche, Pescara riporta tutti valori migliori della media
regionale. Nel confronto con il 2019 l'Abruzzo mostra
arretramenti lievemente inferiori a l'Italia per le competenze
degli studenti di terza media e per la partecipazione al sistema
scolastico dei bambini tra i 4 e i 5 anni (sulla quale pesa la
forte diminuzione di Chieti e i cali meno consistenti di Pescara
e Teramo) e miglioramenti in linea o migliori della media
nazionale per gli altri indicatori.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA