Sarà inaugurata domani, sabato 15
settembre, alle 18, la mostra 'Làmbere' di Riccardo Chiodi, a
cura di Emiliano Dante e Piotr Hanzelewicz, il nuovo
allestimento della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d'Ocre.
L'esposizione, ospitata al primo piano di Palazzo Cappa
Cappelli, raccoglie le opere più recenti dell'artista insieme a
una selezione di lavori dal 2012 in poi.
Il percorso affronta il
tema della relazione con "l'altro", indagando il corpo tra peso
e leggerezza, come già esplorato in '209949 gr ℮' (16 Civico,
2017), e il rapporto con il corpo altrui, sviluppato nel
progetto 'Per renderti il tuo sangue' (Spazio Varco, 2020).
Con 'Làmbere', Chiodi torna a interrogarsi sull'"altro"
attraverso un'indagine che coniuga sperimentazione spaziale ed
esperienze optical, senza rinunciare alla componente concettuale
e relazionale.
La mostra si costruisce su un gioco di strappi e
ricomposizioni: strisce di materia si sfiorano, si avvicinano e
si ricompongono in un'unità ordinata e pulita, pur mantenendo
un'apparente sfilacciatura.
"La costanza della struttura, l'incedere per minime
variazioni, al contrario delle esperienze degli anni '60, nasce
dall'esigenza di lavorare su altro rispetto alla forma in sé -
scrive il curatore Emiliano Dante - Dove il minimalismo si
concentrava sulle strutture primarie, dove l'optical trovava la
sua ragion d'essere nella pura stimolazione retinica, l'opera
oggettuale di Chiodi trova il suo orizzonte operativo fuori dal
semplice rapporto oggetto-occhio, in un altro che è lavoro, è
fatica, è tempo, è vissuto.
La ricorrenza strutturale, quindi, è
in effetti un modo di trascendere l'esperienza individuale.
Serve simultaneamente a trasformarla e a interpretarla, a
mostrarla e, paradossalmente, a nasconderla".
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