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In evidenza
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In collaborazione con ASL 1 ABRUZZO
Sono state 18.100 le prestazioni
totali effettuate dal servizio delle dipendenze dell'area
peligno-sangrina, da gennaio a settembre 2024. Il report arriva
dal servizio Asl che ha chiamato a raccolta i sindaci per
l'impennata di casi che si sono registrati tra Valle Peligna e
Alto Sangro. La tendenza, secondo gli operatori, è che si
arriverà al 31 dicembre a superare di gran lunga i numeri dello
scorso anno quando si erano registrate 20 mila prestazioni
totali.
Nello specifico, stando ai dati ufficiali, sono stati 600 le
terapie erogate in ambulatorie e 23 i pazienti presi in carico
nelle strutture residenziali. In 250 si sono rivolti allo
sportello che il servizio ha attivato nelle scuole superiori di
Sulmona, Pratola Peligna e Roccaraso. Il Serd, da gennaio a
settembre 2024, ha accolto nella sua sede anche 37 pazienti che
devono espirare la pena con la messa alla prova. Sono stati
inoltre somministrati 973 test per le sostanze stupefacenti
mentre sono state 218 le attività medico, psicologiche e sociali
che si sono tenute all'interno del carcere di massima sicurezza
di Sulmona dove il servizio da tempo ha acceso i suoi
riflettori.
"Stiamo portando avanti un progetto per prevenire l'abuso
dell'alcol in collaborazione con le scuole. E' qui che bisogna
entrare per diffondere sani valori"- afferma il sindaco di
Sulmona, Gianfranco Di Piero,secondo il quale "il report del
SerD, seppur parziale, è indicativo sulla diffusione di alcuni
fenomeni che vanno gestiti dalle istituzioni e agenzie
educative".
"Non si può negare che l'opera di prevenzione ha scalfito la
barriera spesso rappresentata dal pregiudizio sociale, rendendo
più facile rivolgersi agli ambulatori con la richiesta d'aiuto"-
sottolineano gli specialisti del servizio Asl, ritenendo che i
comportamenti di abuso e dipendenza possono riguardare tutti:
conoscenti, familiari, colleghi di lavoro.
"Non emerge più quella dipendenza di nicchia. Per questo è
importante saper volgere lo sguardo per sovvertire un retaggio
culturale che identifica ancora la richiesta d'aiuto come un
atto di debolezza"- concludono gli operatori.
In collaborazione con ASL 1 ABRUZZO
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