Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
In collaborazione con Comune dell'Aquila
"Promuovere, sempre e dovunque,
la spiritualità e la cultura della riconciliazione e della pace
è un obbligo morale che discende dal fatto che siamo 'stirpe' di
Celestino V, perciò 'eredi' della grazia di custodire e
diffondere, a livello planetario, l'evento della Perdonanza".
Con queste parole il cardinale Giuseppe Petrocchi,
arcivescovo emerito dell'Aquila, ha ricevuto a palazzo
Margherita, il Premio del Perdono. A consegnare il
riconoscimento, assegnato nel 2022 a Papa Francesco e l'anno
scorso al IX Reggimento alpini, è stato il sindaco dell'Aquila e
presidente del Comitato Perdonanza, Pierluigi Biondi.
"L'ancestrale necessità di ridisegnare la mappa delle potenze
del mondo - ha detto quest'ultimo - di riposizionare gli
equilibri economici e politici ci dicono che la pace continua ad
essere intesa come un bilanciamento tra poteri e contropoteri e
che lunga e perigliosa è la strada del dialogo".
"In questo tempo di guerra - ha aggiunto - il lascito di
Celestino V esalta e magnifica il perdono quale azione
pregiudiziale per ogni accordo di pace. Perdonare vuol dire
attivare l'intelligenza dell'amore, come la chiama il cardinale
Matteo Maria Zuppi, alla quale si contrappone l'oscurantismo
degli egoismi economici mondiali. La pace è quello di cui
l'umanità oggi ha più bisogno, perché il male della guerra si
allarga. La costruzione della pace è certamente un dovere dei
"grandi" della Terra, ma chiama in causa ciascuno di noi".
"Questa attribuzione - ha detto poi il porporato - mi risuona
coinvolgente perché proviene dalla municipalità dell'Aquila:
soggetto istituzionale a me caro e che reputo molto importante,
non solo perché ne sono diventato, a pieno titolo, cittadino ma
anche a motivo della intensa sinergia e della reciproca intesa,
a servizio del bene comune, che, come vescovo, ho sviluppato nel
corso degli anni con i suoi dirigenti e funzionari. Il Premio
del Perdono, per me, non rappresenta solo il riconoscimento di
attività che ho già fatto', ma costituisce pure un impegno
sottoscritto vicendevolmente sul versante dell''ancora da fare':
infatti si prolungherà, anche nel prossimo futuro".
In collaborazione con Comune dell'Aquila
Ultima ora