"La Corte Costituzionale certifica
la qualità legislativa del Consiglio regionale e riconosce la
fondatezza delle nostre ragioni sulla legge che valorizza il
patrimonio minerario dismesso". Lo dichiara il presidente
Lorenzo Sospiri a poche ore dalla pubblicazione della sentenza
della Corte Costituzionale che ritiene "non fondata la questione
di legittimità costituzionale dell'art. 14, comma 3, della legge
della Regione Abruzzo 13 aprile 2022, n. 7 (Disposizioni per
l'utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso
e modifiche alla l.r. 36/2013)".
La norma era stata impugnata dal Consiglio dei Ministri con
la presentazione di un ricorso dinanzi alla Corte. Con questa
legge la Regione Abruzzo ha inteso recuperare, promuovere e
valorizzare i siti minerari dismessi e i beni connessi alla
cessata attività mineraria in quanto beni culturali. Il recupero
comprende anche il patrimonio tecnico-scientifico e
storico-culturale, sia di valenza materiale che immateriale, ed
il patrimonio ambientale e paesaggistico che i siti minerari
dismessi conservano come elemento identitario dei luoghi. Il
contenzioso si era aperto perché il Governo nazionale giudicava
'improprio' lo stanziamento di 80mila euro a copertura della
norma per il solo anno 2022, ritenendo che non sarebbe stato
rispettato il principio della copertura finanziaria delle spese
pluriennali.
La Corte Costituzionale ha però condiviso la linea difensiva
degli uffici legislativi del Consiglio regionale, che hanno
dimostrato che 'la natura facoltativa delle spese derivanti
dalla legge regionale impugnata non genererebbe l'obbligo di
stanziare risorse in bilancio'. Sullo stesso tema, una sentenza
della Corte dello scorso 2 maggio, liberava dal vincolo
governativo anche la legge regionale a favore del mototurismo
(l.r. 4/2022). Anche in quel caso l'organo di giustizia
Costituzionale premiava l'interpretazione corretta dell'Ente
regionale, valutando 'non obbligatorie' le spese previste per il
primo anno di applicazione della norma.
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