Può vantare oltre vent'anni di
esperienza nella gestione dei pascoli, con attività tese a
favorire la coesistenza tra attività zootecniche e presenza di
carnivori protetti, il Lupo appenninico e l'Orso bruno
marsicano, in un'area con grande tradizione di allevamento,
soprattutto ovino e caprino: è il Parco Nazionale della Maiella,
la cui area, estesa nelle province di Pescara, Chieti e
L'Aquila, è oggi sottoposta a graduali processi di abbandono dei
territori rurali e di significativo decremento proprio del
patrimonio zootecnico. Degli studi alla base delle esperienze
gestionali dei pascoli del Parco si è parlato a Linguaglossa
(Catania) al XV seminario internazionale "Biodiversity
Management and Conservation - plant ecology and conservation in
the Mediterranean area", curato dal Dipartimento di Scienze
Biologiche, geologiche e ambientali dell'Università di Catania,
che si è concluso sabato 10. Il direttore del Parco della
Maiella, il botanico Luciano Di Martino, nella sua relazione ha
ricordato il sistema di indennizzo per i danni al bestiame,
ormai standardizzato ed efficiente, la pianificazione e
attuazione di sistemi di prevenzione "personalizzati", lo
sviluppo di programmi di assistenza sanitaria e gestionale per
gli animali al pascolo. Il rapporto ormai consolidato tra Parco
e allevatori ha posto le condizioni per l'avvio di uno studio
del valore pabulare dei pascoli e per la realizzazione di linee
guida per la gestione zootecnica e la conservazione dei
rispettivi habitat della direttiva 43/92/CE. Nel 2019, inoltre,
è stato avviato, in collaborazione con l'Università di Perugia,
il progetto di ricerca, "Studio del valore pabulare dei pascoli
e linee guida per la gestione e la conservazione degli habitat
6170-6210-6230-6510 dell'Allegato I della Direttiva 43/92/CEE
nel Parco Nazionale della Maiella", finalizzato a coniugare
conservazione e produzione zootecnica sostenibile. Le indagini
floristiche, vegetazionali, cartografiche - anche mediante
immagini satellitari - e zootecniche su tali habitat forniranno
la base scientifica, all'interno dei piani di gestione dei Sic,
per una corretta conduzione dei pascoli nel territorio del
Parco, attraverso l'individuazione delle migliori strategie di
produzione sostenibile e il supporto tecnico alle nuove o alle
rinnovate aziende di montagna, riportando l'attenzione della
pubblica opinione sul ruolo ecologico della zootecnia
sostenibile e sul valore culturale dell'allevamento.
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