Oltre cento fra
veterinari, biologi, ecologi e ricercatori provenienti da tutto
il mondo hanno partecipato, a Caramanico Terme (Pescara), al
Simposio Internazionale sulle Catture degli Animali Selvatici
organizzato dal Centro Ricerche sulla Fauna Selvatica del Parco
nazionale della Maiella. Gli studiosi si sono confrontati sulle
più recenti tecniche, le migliori pratiche, i requisiti di
benessere animale e le competenze necessarie per sviluppare
ulteriormente il tema delle catture degli animali selvatici in
un'epoca che richiede sempre maggiore attenzione e cura
all'evoluzione del rapporto tra uomini, animali e ambiente.
Tra gli interventi: Iris A. Marti (Svizzera) ha parlato di
"Immobilizzazione della lince eurasiatica allo stato brado:
complicazioni, sfide e lezioni apprese"; Ève Lamontagne (Canada)
di come implementare i metodi di cattura in situazioni
complesse; Marc Cattet di "cattura della fauna: considerazioni,
conseguenze e alternative". Michał Figura (Polonia), ha
focalizzato l'attenzione su "salvataggio, riabilitazione e
monitoraggio post-rilascio dei lupi grigi e la lince eurasiatica
in Polonia"; Ladislav Molnar (Slovacchia) ha parlato
dell'immobilizzazione sul campo del bisonte europeo per la
traslocazione, Rudi Cassini dei campionamenti di una comunità
endoparassitaria basati sulla cattura delle marmotte, Jorge R.
Lopez Olvera di "Cattura degli ungulati selvatici europei:
quanto bene stiamo facendo?". E ancora: Giulia Maria De
Benedictis ha tenuto una relazione sul progetto pilota sulla
valutazione qualitativa dell'immobilizzazione del daino; Terry
Kreeger, con un video, ha parlato della possibile evoluzione
delle tecniche di cattura della fauna selvatica nel XXI secolo.
"Numerosissime le attestazioni di riconoscimento e le
congratulazioni dei colleghi - fanno sapere dal Parco - che
hanno potuto apprezzare non solo il livello scientifico delle
discussioni, ma anche l'ospitalità e la convivialità degne,
appunto di un Simposio e proprie della terra d'Abruzzo".
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