"Le ultime missioni umanitarie sono
quelle che hanno presentato maggiori difficoltà legate alla
situazione esistente nel Nord Kivu e anche nella città di Goma".
Lo ha detto Francesco Barone, professore del Dipartimento di
Scienze Umane dell'Università dell'Aquila al rientro dalla sua
58/a missione solidale in Congo, gran parte delle quali in
Africa Subsahariana.
"Dinamiche - ha sottolineato - che sono il risultato di
azioni violente da parte di gruppi armati nei confronti di
migliaia di bambini, donne e uomini. Come è noto da diversi anni
ci sono azioni che vedono per protagonisti diversi gruppi armati
che hanno come principale quello di accaparrarsi ricchezze del
territorio come oro, diamanti, coltan e cobalto. Ultimamente, il
gruppo M23, sta svolgendo un'azione di destabilizzazione del
territorio provocando numerose vittime, così come la fuga di
centinaia di migliaia di rifugiati".
Una situazione che provoca ripercussioni nella pianificazione
di interventi umanitari. "Chiunque impegnato in azioni di
solidarietà in aree di conflitto è ben consapevole dei rischi
che corre - ha ribadito Barone -. Inevitabile che certe
condizioni non favoriscano a pieno la realizzazione degli
interventi. Si deve agire ponderando e pianificando ogni
spostamento. Non si può improvvisare nulla".
Nonostante questo, sono diversi i risultati raggiunti dalle
azioni portate avanti dalla rete di associazioni di cui il
professore originario di Popoli (Pescara) fa parte. "I nostri
interventi - ha spiegato - riguardano diversi settori. Negli
ultimi anni abbiamo consegnato grandi quantità di cibo, vestiti
e medicine. Abbiamo consegnato questi viveri negli orfanotrofi,
sostenuto diverse strutture sanitarie consentendo le cure
mediche nei confronti delle persone poverissime. La nostra
azione ha contribuito a ridurre in maniera incisiva il tasso di
mortalità infantile. Nel nostro centro, nella periferia di Goma
(quartiere Mugunga), abbiamo costruito una scuola che accoglie
bambini appartenenti a famiglie poverissime. Stiamo lavorando
per ampliare i locali di apprendimento. Inoltre, abbiamo
consegnato grandi quantità di cibo in un campo profughi, stiamo
sostenendo gli ex bambini soldato e i bambini di strada".
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