Prendi un capo sartoriale e senza tempo come il tuxedo e offrine una versione più nuova e seducente dell'altra: questo l'esercizio di stile portato in passerella oggi da Dolce e Gabbana con lo show per il prossimo inverno, chiuso dalla mitica falcata di Naomi Campbell tra gli applausi del pubblico,
In prima fila ospiti come l'attrice hollywoodiana Eva Mendes e i protagonisti dell'ultimo Sanremo Mahmood e Annalisa.
Coppola e veletta ad accompagnare praticamente ogni look, la collezione ruota tutta intorno allo smoking perchè - secondo i due stilisti - una donna in tuxedo "affascina per la sua eleganza, la sua ambiguità, la sua forza seducente". Il tuxedo - dicono i Dolce e Gabbana - "è il simbolo dello stile più puro.
Per noi, solo lo stile permette di andare oltre la moda: più un capo è semplice, classico come il tuxedo, più è perfetto, cioè eterno, senza epoca. Ma lo stile - è la loro lezione - lo si deve affermare, affinare, rinnovare: oggi possiamo creare un tuxedo più volte, migliorandolo e rendendolo ogni volta diverso.
È perfezionando i capi essenziali che abbiamo creato il nostro stile personale e riconoscibile". E la collezione è la dimostrazione dei tanti modi in cui si può rileggere oggi il più elegante dei completi: marsina e gonna-grembiule di raso, pareo in pizzo e camicia in seta, gilet e bermuda, bolero e shorts, giacca e gonna di cristalli, ma anche in versione di velluto, al maschile, con panciotto e cravattino, come quello indossato in passerella da Mariacarla Boscono, o persino in chiave trench, di piume o di pelliccia. "Disegnare un tuxedo - sottolineano i due stilisti - per noi significa proporre un'eleganza senza tempo, profondamente radicata nella nostra cultura sartoriale.
Significa donare alle donne un guardaroba classico che, sfuggendo alla moda del momento, permetta loro di avere più fiducia in sé stesse".
Un ragionamento che i due hanno portato avanti fin dagli esordi: "Abbiamo sempre trovato il nostro stile - chiosano i Dolce e Gabbana - attraverso le donne: i nostri non sono mai disegni astratti ma abiti che vivono e si muovono sul corpo di una donna". E così fanno le reti, i veli e il pizzo degli abiti trasparenti, ma anche "i tagli che ne evidenziano le forme sensuali", come le giacche e i cappotti sciancrati modello Bar.
Tutto - o quasi - in nero, con piccolissime concessioni d'oro e cristalli: "adoriamo il nero perché - spiegano i creativi - afferma, disegna, stilizza. Tutto diventa più semplice, lineare, sartoriale: una donna in abito nero è un tratto di matita, una linea pura. Rappresenta il mistero".
Mistero senza fine bello, che nella collezione per la prossima fall winter viene esaltato da un incontro tra contrasti: "maschile e femminile, austerità e seduzione si intrecciano, lasciando a ogni donna - concludono i designer - la libertà di esprimere la propria concezione di stile". (ANSA).