Il mercato italiano dell'auto ha chiuso il 2021 con 1.457.952 immatricolazioni, in crescita del 5.5% rispetto al 2020. Nel mese di dicembre sono state vendute 86.679 auto, il 27,54% in meno dello stesso mese dell'anno precedente. I dati sono del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Nel 2021 il gruppo Stellantis ha immatricolato in Italia 549.775 auto, il 2,6% in più del 2020. La quota è par al 37,7% rispetto al 38,8% dell'anno precedente. A dicembre il gruppo ha venduto 31.687 auto, in calo del 34,8%, con la quota che scende al 36,6% dal 40,6%.
"Il primo dato statistico sul 2021, quello sulle immatricolazioni di auto, è purtroppo catastrofico". Lo sottolinea il Centro Studi Promotor, secondo il quale non si può così assicurare la regolare sostituzione del parco circolante (40 milioni di auto) e si determina un ulteriore invecchiamento delle auto con effetti fortemente negativi sull'inquinamento e sulla sicurezza. Il Centro Studi Promotor spiega che rispetto al 2019, "il calo è di ben il 23,9%" e che per il 2022 la previsione è di 1.500.000 immatricolazioni. "Se così fosse - spiega - nel triennio 2020-2022 verrebbero immatricolate in Italia 4.339.708 contro il livello minimo di sei milioni necessario per evitare un ulteriore decadimento del vetusto parco auto. I fattori sono gli stessi che hanno determinato i disastrosi risultati del 2021: il persistere della pandemia, l'economia in recupero ma con molti settori e persone in difficoltà, la crisi del microchip, il disorientamento degli acquirenti in vista di una transizione ecologiche che non decolla, il turbamento dei concessionari per la decisione di molte case automobilistiche di voler superare il sistema di distribuzione basato sulle concessionarie". "In questo quadro tutt'altro che rassicurante - commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - è necessario che venga varato, come in altri paesi, un progetto organico di transizione all'elettrico con un piano triennale di incentivi per l'acquisto con rottamazione di vetture euro 6d con emissioni di CO2 contenute e per l'acquisto, con o senza rottamazione, di vetture elettriche. Questa misura dovrebbe essere strutturale e dovrebbe prevedere uno stanziamento di almeno tre miliardi nel triennio, dovrebbe essere subito affiancata da incentivi per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, da un'azione di corretta informazione dell'utente, dall'indicazione delle fonti di finanziamento per la transizione all'elettrico, dall'indicazione delle misure compensative per neutralizzare l'effetto dei cali di occupazione e di produzione legati alla transizione ecologica e per fare in modo che il fabbisogno di energia elettrica generato dalla nuova mobilità sia coperto solo con fonti rinnovabili".
"L'Unrae ribadisce il forte sconcerto per la decisione delle Istituzioni di non assegnare nella Legge di Bilancio le risorse economiche necessarie per incentivare il mercato dell'auto con un piano triennale. Finora, le pur scarse risorse destinate con interventi 'stop and go' hanno avuto un impatto positivo nel promuovere la mobilità elettrica: le immatricolazioni di veicoli full-electric, plug-in hybrid e hybrid sono, infatti, aumentati del 274% nell'ultimo anno e mezzo, con indubbio impatto positivo sul rinnovo del parco e sulla riduzione emissioni". Lo afferma il presidente Michele Crisci. "L'assenza di una strategia almeno di medio periodo, con un piano di interventi organico - aggiunge Crisci - farà ricadere i costi economici della transizione sui consumatori, e i costi sociali sui lavoratori di un comparto che genera un fatturato commisurabile al 20% del Pil. Di fronte al segnale scoraggiante di una Legge di Bilancio priva di attenzione verso un settore fondamentale della transizione ecologica l'Unrae sostiene la necessità urgente di istituire un tavolo di lavoro che definisca una strategia volta a incentivare la diffusione di vetture di ultima generazione, accelerare il rinnovo del parco circolante, promuovere le infrastrutture di ricarica e varare la riforma fiscale del settore".
"A dicembre il mercato auto registra, per il sesto mese consecutivo, un pesante calo a doppia cifra (-27,5%), nonostante un giorno lavorativo in più a dicembre 2021 rispetto a dicembre 2020 (22 giorni contro 21)". Lo sottolinea Paolo Scudieri, presidente dell'Anfia. "Il 2021, anno indiscutibilmente difficile per il mercato dell'auto, apertosi in piena pandemia e ostacolato dai problemi di approvvigionamento e rincari delle materie prime, a cui si è affiancata una preoccupante crisi della logistica e, in tempi più recenti, un'impennata dei costi dell'energia, si chiude, così, in recupero rispetto al 2020 (+5,5%), ma ancora molto lontano dai livelli pre-covid del 2019 (-23,9%). Riguardo alle prospettive 2022 per le materie prime, se per l'acciaio la situazione è probabilmente destinata a migliorare nei prossimi mesi, per i microchip occorrerà attendere almeno fino al 2023 e anche sul fronte della logistica non vedremo così rapidamente un ritorno alla normalità. Purtroppo, inspiegabilmente, la Legge di Bilancio 2022 approvata lo scorso 30 dicembre non prevede alcuna misura pluriennale di incentivazione all'acquisto di autovetture a zero e a bassissime emissioni né altre misure a supporto della graduale ripresa del comparto e, soprattutto, della transizione ecologica ed energetica che sta affrontando. A oggi, siamo l'unico tra i maggiori Paesi europei a non avere un piano di incentivazione per la diffusione delle nuove tecnologie in funzione dello svecchiamento del parco circolante. Inoltre, l'assenza di un piano per la transizione avrà un pesante impatto sociale sul settore, mettendo a rischio oltre 70.000 posti di lavoro nel nostro Paese".
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