Risale ad almeno 4.000 anni fa il più antico caso di malaria, la malattia che oggi nel mondo colpisce ogni anno 250 milioni persone e ne uccide 600mila, e che a causa dei cambiamenti climatici, sta tornando a diffondersi in territori considerati fino a poco fa fuori pericolo.
Finora è stato impossibile ricostruire la storia della malaria perché, a differenza di altre malattie, non lascia segni visibili sui resti ossei. Le tracce sono state individuate solo adesso, grazie alla nuova tecnica di analisi genetica, grazie al Dna estratto da 35 individui vissuti nell'arco degli ultimi 5.500 anni.
Si è scoperto così che la malaria era presente in Asia almeno 4.000 anni fa e che in America di sono susseguite due ondare della malattia, la seconda delle quali nel periodo coloniale.
I dati ottenuti in questo ampio studio, osservano i ricercatori, sono utili anche per comprendere meglio l'impatto della malattia sull'evoluzione del nostro genoma e per sviluppare future strategie per contenerne la diffusione.
Hanno 4.000 anni le più antiche tracce della malaria
Dalle impronte dei parassiti nel Dna antico