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Malta, prove di futuro col sistema Muscat alla sbarra

Timori di incidenti per l'incriminazione dell'ex premier

Malta, prove di futuro col sistema Muscat alla sbarra

Redazione Ansa

(di Marco Galdi) LA VALLETTA - Sarà giornata elettorale ad alta tensione, quella di domenica prossima a Malta. Che arriverà al termine di una settimana in cui l'ex premier Joseph Muscat dovrà presentarsi alla sbarra per essere incriminato al termine dell'inchiesta su una sulfurea privatizzazione di ospedali (prima alla semisconosciuta Vitals, poi al gruppo americano Steward) avviata dal suo governo nel 2014 e definitivamente bocciata come viziata da corruzione nel 2022. Una scelta di tempi, quella del rinvio a giudizio, che per i laburisti è stata "una vendetta politica" (secondo Muscat) e "una scelta elettorale" (secondo il suo successore Abela). Tecnicamente potrà pure essere giustificata e legittima a conclusione di 4 anni di indagini, ma la tempistica oggettivamente solleva perplessità tra gli osservatori neutrali e spinge i laburisti a fare quadrato gridando allo scandalo.
    Lo stesso Muscat - che ha ricusato più volte la giudice inquirente e lamenta di non essere mai stato interrogato - ha fatto chiamare a raccolta i suoi sostenitori per manifestare attorno al palazzo del Tribunale alla Valletta. Tra gli osservatori politici e nel passaparola della gente comune sono alti i timori di incidenti e di ritorno al clima violento e avvelenato degli anni '80. Testimoni e giornalisti accreditati per seguire il procedimento sono stati avvisati che martedì saranno scortati dalla polizia per entrare nell'aula del Tribunale, dove Muscat, con l'ex capo di gabinetto Keith Schembri, l'ex ministro Konrad Mizzi ed altri 19 tra persone (come il vicepremier e stimatissimo medico Chris Fearne) e società (di cui almeno una, inserita per errore, sarà però espunta) dovranno rispondere di reati che comporterebbero fino a 18 anni di prigione tra cui corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere.
    Nonostante il clima teso, con il partito nazionalista che tenta di cavalcare l'inchiesta (che però fu avviata per il ricorso presentato dalla Ong indipendente Repubblika) non c'è troppa incertezza sull'esito del voto per i sei posti da europarlamentare che saranno espressi dal più piccolo dei 27 stati membri, né su quello per il rinnovo dei 68 'Local Council', municipi che governano il territorio.
    La presa del Labour (che ha la larga maggioranza assoluta in Parlamento e che dal 2013 ha vinto tutte le competizioni elettorali) non è in discussione. D'altronde l'economia maltese da allora ha un tasso di crescita da record in Europa, attorno ad almeno il +6% annuo. Il pil/pro capite maltese è il 10/o più alto della Ue, davanti a Italia (12/a) e Francia (11/a), vicinissimo a Finlandia e Germania che la precedono.
    Nei circoli diplomatici è diffusa l'idea che il voto sarà essenzialmente "una prova di futuro" in cui chi rischia davvero non è tanto il partito laburista al governo da 13 anni nonostante la gragnuola di scandali, ma il leader dell'opposizione, Bernard Grech. Secondo i sondaggi riservati in circolazione, il suo Partito Nazionalista riuscirà a confermare l'attuale 3-3 nella divisione di seggi con i laburisti trainato dalla candidatura della presidente uscente dell' Europarlamento e sicura protagonista Roberta Metsola. Ma all'interno della dirigenza nazionalista, Grech è tutt'altro che stabile. La sua scelta di voler cavalcare l'inchiesta giudiziaria non è stata condivisa da tutte le anime del partito. E' possibile che abbia l'effetto boomerang di chiamare ulteriormente a raccolta i fedelissimi del Labour. Ma la scarsissima partecipazione di giovani e studenti universitari alle proteste organizzate dai Nazionalisti, fa sognare ad alcuni settori dell'opposizione un futuro in cui nel 2027 Roberta Metsola vorrà correre contro il Labour.
   

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