I carabinieri della Compagnia di Jerzu e del Nucleo investigativo del comando provinciale di Nuoro sono tornati a Pelau, nelle campagne di Jerzu, dove è stato ucciso Riccardo Muceli, l'allevatore di Gairo di 38 anni che rientrava a casa dopo aver lavorato nel suo ovile. I militari scandagliano la scena del delitto alla luce del sole alla ricerca di ogni possibile indizio che potrebbe essere sfuggito col buio. Intorno alle 22, dopo quattro ore di rilievi, il Pm di Lanusei Gualtiero Battisti ha autorizzato la rimozione della salma e il trasporto all'ospedale ogliastrino, dove il medico legale Nicola Lenigno eseguirà l'autopsia subito dopo il conferimento dell'incarico.
Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, l'assassino ha aspettato Muceli alla fine della strada privata che porta al suo ovile: al passaggio della Punto bianca guidata dall'allevatore, ha fatto fuoco con almeno due colpi di fucile. Dopo un centinaio di metri, l'auto si è schiantata contro un muretto provocando un forte botto sentito da una donna che abita vicino: è stata lei, pensando a un incidente stradale, a chiamare il 118. Nonostante i tentativi di rianimazione, per l'uomo non c'è stato nulla da fare.
Muceli non ha precedenti penali di rilievo e a Gairo lo descrivono come una persona tranquilla. Le indagini si annunciano difficili e non si esclude nessuna pista, compreso il collegamento con la faida che tra il 2014 e il 2015 ha insanguinato il paese. E da Jerzu a Gairo è caccia all'uomo con posti di blocco e interrogatori: i militari stanno sentendo in queste ore parenti e amici di Muceli e ricostruendo le sue frequentazioni.