Si sono presentati nella sede operativa navale del Corpo Forestale di Alghero e hanno ammesso le loro responsabilità, spiegando però che non sapevano di avere pescato in un'area marina protetta. I due blogger di Rimini che nei giorni scorsi hanno pescato con il fucile subacqueo due grosse cernie nelle acque dell'area marina protetta di Capo Caccia, zona a tutela integrale, per poi vendere il prodotto a un ristoratore algherese e vantare le loro gesta con video pubblicati sui social, sono stati identificati e denunciati alla Procura della Repubblica dal Corpo Forestale e dalla Guardia Costiera di Alghero.
I due, che stanno trascorrendo una vacanza in Sardegna, martedì sera si sono presentati nella sede della Forestale accompagnati da un genitore. Hanno dichiarato di essere mortificati per quanto successo e di non sapere che nelle acque attorno a Capo Caccia vigesse una zona di tutela ambientale integrale. La loro attrezzatura da pesca è stata sequestrata e ora dovranno rispondere davanti a un giudice del reato di violazione della Legge 394 del 1991 che disciplina la protezione dell'ambiente marino.
La Procura sta vagliando anche la posizione del ristoratore algherese che ha acquistato le cernie: se il pm valutasse come furto la pesca degli esemplari nell'area marina protetta, per il titolare del ristorante scatterebbe una denuncia per ricettazione, altrimenti se la caverà con una sanzione amministrativa relativa alla mancata tracciabilità del pescato.
"La pesca di frodo arreca un'inammissibile danno ambientale al patrimonio biologico dell'area marina protetta - spiega il comandante del Corpo forestale provinciale, Giancarlo Muntoni - Quello dei due blogger è un atto che ha ricevuto la condanna unanime del mondo dei social, ma i processi si fanno nelle aule giudiziarie e devono essere respinti tutti quei commenti che sanno di minacce più o meno velate nei confronti dei due ragazzi".