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Passa l'emendamento Mulè: "Più peso alla Serie A"

Il testo è stato riformulato, così la Figc evita sanzioni Uefa-Fifa

Redazione Ansa

Riformulato, ma alla fine l'emendamento Mulé per dare maggior rappresentatività alla Serie A è passato. Una versione "light" rispetto al testo originario ma che per la Lega di A, oggi rappresentata da Lorenzo Casini, è comunque un "traguardo importante" perché "la norma è un primo passo, indispensabile, del percorso di riforme che la Serie A ha chiesto da tempo". Ma non è da meno la Federcalcio che parla di ovvia soddisfazione per il testo rimodulato perché ricalca quella che è sempre stata la linea del presidente Gravina.
    Della formula iniziale è rimasto un solo punto quello che "garantisce, nel rispetto degli statuti, un'adeguata rappresentanza nei sistemi federali". Quindi negli sport a squadre composte da atleti professionisti e con meccanismi di mutualità generale "le leghe sportive professionistiche hanno diritto a un'equa rappresentanza negli organi direttivi delle federazioni sportive nazionali di riferimento che tenga conto anche del contributo economico apportato al relativo sistema sportivo".
    Soddisfatta, così, la Serie A per un processo avviato di riforme che richiedeva da tempo e che ritiene irreversibile visto che viene affermato, secondo la massima lega italiana, un principio cardine delle democrazie contemporanee, quello della "no taxation without representation".
    Ma, come detto, anche la Federcalcio, soprattutto nel giorno in cui Uefa e Fifa avevano inviato alla Figc una lettera che minacciava sanzioni qualora l'emendamento fosse passato nella sua versione originale, si dice più che soddisfatta. Tra le possibili sanzioni c'erano quelle di una sospensione della Figc e di perdere l'Europeo del 2032. "Se dovesse essere adottato come scritto in origine - si legge nella missiva di cui l'ANSA ha preso visione -. Non ci sarebbe altra scelta che sottoporre la questione agli organi competenti per l'esame di misure, inclusa un'eventuale sospensione della Figc, che tra l'altro renderebbe incompatibile l'Italia, quale paese co-ospitante dell'Europeo del 2032".
    Ma l'emendamento, così com'è passato nella serata di oggi, dopo una giornata di rinvii, salva la Figc da eventuali sanzioni internazionali e, sempre secondo la Federcalcio, sarebbe una norma programmatica e non precettiva, dunque che darebbe un'indicazione sulla linea da seguire e non un obbligo, andando comunque incontro a una logica della revisione delle rappresentanze che era già nei piani del presidente Gravina.
    Insomma, tutti soddisfatti, o quasi, perché se durante la votazione in Commissione il responsabile dello sport del PD, il deputato Mauro Berruto, ha tenuto un duro intervento nel quale parla di brutta figura per la Lega calcio, per il governo e per lo sport, di diverso tenore è il commento del ministro Abodi perché adesso "sarà più facile per la Federazione, se vorrà anche con il nostro contributo, trovare una soluzione equilibrata e di buonsenso al tema trattato dall'emendamento, e anche alle altre grandi questioni che non hanno trovato risposte e soluzioni in questi anni nel sistema calcio".
    Di "inizio di una nuova era", invece, parla Mulè, che quest'emendamento lo ha presentato. "Si apre una nuova pagina, che mette finalmente al passo con i tempi il nostro sistema", ha sottolineato il deputato di FI che ritiene che anche come le componenti rimaste fuori dal testo originario saranno trattate più avanti. Ma quella sarà un altro tempo di una partita che, a differenza di quelle di calcio, ne avrà più di due.
   

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