A due anni dall'inizio della pandemia e di fronte alle tensioni sul confine euro-asiatico, la discussione sulla diffusione delle fake news è più che mai attuale. Readly, il principale fornitore europeo di abbonamenti a quotidiani e riviste in digitale, esamina la percezione da parte degli italiani delle notizie create ad arte, anche in confronto con la tendenza europea.
Tuttavia, oggi, i cittadini italiani sono i meno propensi a pagare per accedere a contenuti di informazione "qualificati": lo fa, infatti, solo il 7%, a fronte di una media del 12% nei paesi europei. Quasi un italiano su quattro si dichiara però disposto ad acquisire contenuti di informazione a pagamento già oggi, mentre il 22% si ripromette di valutare la spesa solo in caso di aumento dell'esposizione alle fake news. "La diffusione di notizie create ad arte è stata una questione sempre presente durante la pandemia, e sembra raggiungere nuovi picchi in periodi pre-elettorali o quando si inaspriscono i contrasti tra le potenze economiche. La nostra indagine dimostra tuttavia che in generale siamo diventati sempre più consapevoli della nostra responsabilità personale di verificare i contenuti che riceviamo e le fonti di informazione a cui ci affidiamo", afferma Marie Sophie Von Bibra, Head of Growth per l'Italia di Readly.