Non ce l'ha fatta Romina Bannini, 36 anni, l'unica che era stata estratta ancora in vita dalle lamiere del furgone che venerdì in A4, nel tratto San Donà-Portogruaro in Veneto, si è disintegrato nell'impatto con un tir, causando la morte sul colpo degli altri sei occupanti del mezzo, tutti componenti della cooperativa "Cuore 21" di Riccione. L'educatrice, le cui condizioni erano da subito apparse disperate, è morta questo pomeriggio in ospedale a Treviso. Difficile stabilire con certezza le cause dell'incidente, ma a quanto trapelato dai rilievi sull'asfalto non ci sarebbero segni di frenata e le ipotesi sono di una possibile distrazione o forse un malore del conducente. La Procura di Venezia ha dato il nulla osta per il trasferimento delle salme a Riccione, dove per volontà delle famiglie delle vittime il funerale sarà unico. Dopo quelli di Massimo, Francesca, Maria, Valentina, Rossella e Alfredo, anche il sorriso gentile di Romina si è spento.
Generoso come il suo ultimo gesto, la donazione degli organi, una richiesta che lei stessa aveva espresso in passato e alla quale la famiglia ha acconsentito. Se ne va "una colonna portante", "un vulcano di idee", una persona dotata di "un'empatia travolgente e anche di uno spirito organizzativo molto forte". Questo e tanto altro era Romina nel ricordo di chi con lei lavorava h24 fianco a fianco nella cooperativa che lei stessa aveva contribuito a fondare nel 2015. Originaria di Coriano ma da anni a Riccione, Romina "era un punto di riferimento per tutti gli educatori - racconta all'ANSA Eleonora Gennari, altra socia fondatrice - Per ogni problema aveva una soluzione pronta". Da poco era fidanzata, "era il suo momento di felicità, faceva quello che amava, aveva trovato una persona con cui progettare anche il suo di futuro". Unica persona che i vigili del fuoco sono riusciti ad estrarre ancora in vita dalle lamiere, Romina era ricoverata in condizioni apparse da subito disperate all'ospedale trevigiano di Ca' Foncello, dove poi è morta. Venerdì accompagnava alcuni ragazzi di "Cuore 21" a Lauco, in provincia di Udine, per l'iniziativa "Ventuno cuori in osteria".
Un viaggio e tanti progetti che però sono stati bruscamente spezzati. Sul colpo venerdì erano morti il conducente del furgone Massimo Pironi, 63 anni, ex sindaco di Riccione, che da quando era in pensione aveva intensificato la sua attività di volontario, anche lui socio-fondatore di "Cuore21", e poi quattro ragazze e un ragazzo seguiti dall'associazione: Francesca Conti, Maria Aluigi, Valentina Ubaldi, i fidanzati Rossella De Luca e Alfredo Barbieri. Per Romina si è sperato e pregato fino all'ultimo. Non ce l'ha fatta. I familiari delle vittime sono tornati a Riccione dopo la trasferta a San Donà di Piave per il riconoscimento delle salme, accompagnati anche dalla sindaca Daniela Angelini. Sono stretti nell'abbraccio non solo di parenti e amici, ma di un'intera comunità che davanti alla sede dell'associazione ha lasciato fiori, ricordi, pensieri per le vittime dell'incidente. Uno tsunami d'affetto e solidarietà è arrivato in realtà da tutta Italia. La richiesta di partecipazione al momento di preghiera organizzato per domenica sera dalla parrocchia di San Martino è stata talmente tanta che il parroco don Alessio ha deciso di allargare virtualmente la chiesa, trasmettendo la veglia in streaming. Anche per i funerali, ai quali la Procura di Venezia ha dato il nulla osta col trasferimento delle salme a Riccione già da lunedì, il Comune sta lavorando per individuare un luogo consono, uno spazio come un palazzetto o uno stadio che sia grande abbastanza per accogliere tutti coloro che vorranno dare l'ultimo saluto alle sette vittime. Per volontà delle famiglie le esequie saranno celebrate nello stesso momento. Non è ancora stata fissata la data, verosimilmente a metà della prossima settimana.
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