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Mutti investe in sostenibilità 1,5 milioni in tre anni

Dal 2016 certificazione tracciabilità, pomodoro 100% italiano

Parma ANSAcom

Un impegno sulla sostenibilità che arriva da lontano, da quando nel 1850 Giovanni Mutti è stato tra i primi ad applicare la tecnica di alternanza delle coltivazioni. Fino ad oggi con un investimento nel prossimo triennio di 1,5 milioni di euro da dedicare a progetti sulla sostenibilità, che comprendono anche la rinaturalizzazione delle aree accanto agli stabilimenti produttivi. Una strategia ambientale incentrata sui pilastri di aria, acqua, terra e fuoco.

L’azienda nata in Emilia-Romagna, che produce polpe, passate, concentrati e pelati, utilizza esclusivamente prodotto di origine 100% italiana, coltivato da agricoltori fidelizzati secondo modalità certificate. Nel 1999 Mutti è stata la prima azienda a certificare i suoi prodotti con il marchio ‘Produzione Integrata Certificata’ e, a partire dal 2001, si è aggiunta la dichiarazione ‘Non Ogm’. Dal 2016 ha raggiunto la completa certificazione di tracciabilità di filiera, secondo la norma internazionale Iso 22005 a garanzia della provenienza 100% italiana del pomodoro.

 L’azienda è impegnata anche nella riduzione della sua impronta idrica. A fronte del calcolo della Water Footprint, Mutti, in collaborazione con il WWF Italia, è riuscita non solo a raggiungere il traguardo fissato nel 2010, ossia la riduzione dell’impronta idrica della filiera Mutti del 3%, ma a superarlo, arrivando al 4,6%. Per raggiungere l’obiettivo, a partire dal 2012 è stata sviluppata la sperimentazione di un innovativo servizio di gestione dell’irrigazione, coinvolgendo più di 60 aziende agricole in Emilia-Romagna e Lombardia, con l’obiettivo di limitare l’uso di acqua ai soli volumi e periodi necessari.

Nel 2015, Mutti ha raggiunto inoltre una riduzione delle emissioni del 27% per unità di prodotto, rispetto al 2009. Grazie a misure di efficientamento e all’utilizzo di energie rinnovabili, l’azienda ha così evitato, tra il 2010 e il 2015, l’immissione in atmosfera di 20.000 tonnellate di CO2. Inoltre tra il 2018 e il 2020, grazie all’impiego di pannelli solari negli stabilimenti di Montechiarugolo e di Collecchio, è stata evitata l’immissione in atmosfera di circa 1.500 tonnellate di gas serra.

Mutti è da sempre attenta ai temi di produzione e gestione dei rifiuti. Dal 2018 al 2020, l’81% dei rifiuti pericolosi e non pericolosi (esclusi i fanghi di depurazione) è stato recuperato o riciclato.

In collaborazione con:
Mutti

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