Occorre realizzare "nuove infrastrutture di riserva e di distribuzione idrica, potenziare ed efficientare quelle esistenti. L'Italia ha la stessa capacità di invaso di cinquant’anni fa, ma con necessità certamente aumentate negli anni".
E' quanto ha chiesto l'Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi per la tutela e la gestione del territorio e delle acque irrigue, nel corso della propria assemblea nazionale.
Serve poi, segnala l'associazione, "innovazione tecnologica in campo irriguo e agronomico, così come la circolarità di utilizzo della risorsa idrica negli usi civili, economici, agricoli ed energetici". L'Anbi sottolinea la mancanza di "programmazione di adeguate risorse finanziarie" anche "riguardo all’individuazione di uno strumento di pianificazione pluriennale, adeguatamente finanziato, finalizzato esclusivamente al superamento definitivo della tematica relativa alla raccolta e conservazione della risorsa idrica quando in eccesso".
"È necessario che siano rimossi inerzie e ritardi burocratici nelle procedure di collaudo tecnico-funzionale, nelle procedure estremamente complesse per accedere e utilizzare i finanziamenti pubblici, negli appalti; le lacune normative e i procedimenti autorizzativi tecnici e di valutazione ambientale spesso rallentano o bloccano il ripristino delle capacità di invaso dei bacini esistenti", evidenzia l'Anbi.