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In evidenza
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Responsabilità editoriale di ASviS
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Negli ultimi 12 mesi, segnala il Rapporto ASviS 2020, non sono intervenute novità normative significative, sebbene quattro dei nove Target del Goal 14 “Vita sott’acqua” abbiano la scadenza al 2020.
La recente Relazione sullo stato di attuazione della Strategia per l’ambiente marino (Direttiva quadro 2008/56/CE), presentata dalla Commissione europea il 25 giugno 2020, evidenzia, infatti, i ritardi nella presentazione delle relazioni previste dalla Direttiva e la carenza di molti dei dati conoscitivi. L’Italia risulta ancora tra gli Stati membri con sensibili inadempienze, nonostante la fondamentale importanza ambientale e socio-economica che il mare riveste per il nostro Paese.
Nella Legge di Bilancio 2020, approvata a fine 2019, si è preso positivamente atto delle risorse destinate al Green New Deal nazionale e dell’istituzione di una Commissione per lo studio e l’elaborazione di proposte per la transizione ecologica e per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi.
È ancora in discussione al Senato il Ddl 1571 sulla “Promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l’economia circolare”, (la cosiddetta “Legge salvamare”).
L’Italia dovrà, inoltre, recepire entro il 28 giugno 2021 la Direttiva 2019/883 del Parlamento e del Consiglio europeo del 17 aprile 2019 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, che modifica la Direttiva 2010/65/UE e abroga la direttiva 2000/59/CE.
Lo scopo della Direttiva è di “proteggere l’ambiente marino dagli effetti negativi degli scarichi dei rifiuti delle navi che utilizzano porti situati nel territorio dell’Unione e di garantire nel contempo il buon funzionamento del traffico marittimo migliorando la disponibilità e l’uso di adeguati impianti portuali di raccolta dei rifiuti e il conferimento degli stessi presso tali impianti”. Tale recepimento andrebbe pienamente coordinato con il contenuto della Legge in discussione, la cui approvazione dovrebbe intervenire prima della scadenza del recepimento della Direttiva.
Si segnala, infine, che nell’ambito degli artt. 26 e 54 del Decreto “Rilancio”, sono previste misure per il rafforzamento patrimoniale delle imprese di medie dimensioni, tra cui le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura, ma non sono previste nel documento, invece, disposizioni che permettano il raggiungimento dei Target del Goal 14. Si segnala, infine, che l’art.227bis stanzia due milioni di euro per il 2020 destinati al servizio antinquinamento marino per le aree marine protette.
Leggi tutti gli sviluppi normativi sul Goal 14
Per il Goal 14 non è stato possibile calcolare l’indicatore composito per i Paesi europei a causa della mancanza di informazioni affidabili sulla qualità degli ecosistemi marini.
Nel corso dell’ultimo decennio l’indice composito italiano relativo al Goal 14[1] mostra un andamento altalenante: migliora fino al 2015, grazie alla crescita significativa dell’indicatore relativo alle aree marine protette, per poi peggiorare sensibilmente negli ultimi tre anni, a causa dell’aumento dell’attività di pesca e del sovrasfruttamento degli stock ittici (90,7% rispetto ad una media europea del 38,2%). A determinare tale situazione contribuiscono da un lato la diminuzione dello sforzo di pesca (calcolato come il prodotto tra il tonnellaggio delle barche e i giorni di pesca, che cala del 36% circa rispetto al 2010), dall’altro l’aumento del catturato per unità di sforzo (che aumenta di oltre il 25% rispetto al 2010). Non si osserva quindi un complessivo recupero delle risorse sfruttate.
Relativamente ai Target del Goal 14 dell’Agenda 2030, sono quattro quelli che hanno la scadenza fissata al 2020:
Solamente per il Target 14.5 l’Agenda 2030 definisce chiaramente il valore da raggiungere relativo alla percentuale di superficie di aree marine protette che deve essere pari al 10% entro il 2020. Secondo l’ultimo dato disponibile (2013), l’Italia ha raggiunto il 19%, avendo quindi superato il Target, ma si segnala che il dato complessivo non tiene conto della qualità del livello di protezione.
Per quel che riguarda i Target 14.2 e 14.6 non è stato possibile individuare alcun indicatore, ma si segnala che nell’ultima valutazione (luglio 2018) della Commissione europea sullo stato di avanzamento della Strategia marina, è stato raccomandato all’Italia di “colmare le carenze conoscitive sullo stato del mare e di definire meglio le relative metodologie”.
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Scarica Il Rapporto ASviS 2020 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”
di Giulia D'Agata
Responsabilità editoriale di ASviS
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